Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

Roberta Vinci si ritira «Il mio ultimo match? Lo vorrei con Serena»

La tennista tarantina chiuderà la carriera tra qualche giorno al Foro Italico. «E poi mi godrò la libertà»

- Di Rocco Viola

Ci sono momenti che immagini da una vita. Poi non ci pensi più perché credi siano lontani, fino a quando non scopri che sono già lì. Così ha fatto Roberta Vinci, pensando al suo ultimo torneo, al suo ritiro. L’incrocio con la sua storia è a Roma, agli Internazio­nali (7-20 maggio) che faranno scorrere i titoli di coda su una carriera dove tutto, o quasi, è stato perfetto. Così, questi Internazio­nali in rampa di lancio hanno un gusto inedito.

Come li immagini? «Come una grande festa. Ho fatto questa scelta in maniera consapevol­e, perché con Roma ho un rapporto particolar­e. Certo, festa presume una vittoria finale, ma lo sarà comunque. Anche in caso di sconfitta. Sarei felice di avere al mio fianco la famiglia, il mio staff, i tifosi».

Ipotizziam­o la tua ultima partita. Con chi?

«Ci ho pensato a lungo. Penso che sceglierei Serena Williams. Con lei ho giocato il match della vita agli Us Open».

Se quella con la Williams è stata la gara perfetta, qual è stata la partita che poteva finire diversamen­te da com’è andata?

«Senza dubbio lo stesso torneo, la finale con Flavia Pennetta. Dopo la semifinale sembrava tutto perfetto per il trionfo. Flavia era l’avversaria che conoscevo meglio di chiunque altra. La tavola era apparecchi­ata a puntino. E’ andata diversamen­te. Peccato».

Fermiamo la ruota sulla parola rimpianto. Quale?

«Rimpianti in particolar­e non ce ne sono. Certo, se avessi vinto la medaglia olimpica sarei stata più felice. Sarebbe stato bello vincerla con Sara (Errani, ndr)».

Se Roberta Vinci non avesse fatto la tennista?

«Se papà non mi avesse portato al circolo tennis, facendomi innamorare di questo sport, sicurament­e sarei diventata cantante. Mi piace da sempre cantare. C’è solo un problema: sono stonata come una campana».

Poi invece la storia ci dice: 500 vittorie, 25 titoli fra sin-

golari e doppi, unica italiana a vincere su tutte le superfici. Come si diventa Roberta Vinci?

«Boh! Non lo so. Avevo la fortuna di avere un po’ di talento, ma tutto il resto l’ho costruito giorno dopo giorno con sacrificio, stanchezza, rinunce, passione». Hai mai pensato: ma chi

me la fa fare?

«Mica una volta sola. Ogni volta che hai un infortunio, che rimani al palo sfiancata mentri vedi che alle altre gira tutto bene...» E poi?

«Poi arriva quel misto di adrenalina e paura che ti fa amare e odiare questo sport allo stesso tempo, e ritrovi la

forza di tornare in campo».

Quanto è difficile compiere scelte che potrebbero rivelarsi sbagliate?

«Ho un carattere forte e questo mi ha aiutato. Ho fatto scelte che spesso mi hanno ripagato perché solo io potevo sapere che sarebbe stato un bene. Per anni, ad esempio, mi sono sentita dire: hai un buon rovescio, se lo perfezioni a due mani sarai letale. Io invece ho scelto di lavorare sul mio back che poi è diventato un elemento distintivo».

Torniamo a Roma. Ci pensi all’ultima volta che preparerai la sacca?

«È un loop sempre più ricorrente, questo. Penso spesso all’ultima borsa preparata. Chiudendo quella cerniera entrerò in un’altra dimensione. Però va bene così. So che dopo quest’ultima partita non si torna indietro e guardo avanti, col desiderio di mangiare una pizza con le amiche, di andare a letto senza l’assillo che l’indomani all’alba avrò allenament­o». Ti riappropri­erai un po’ della normalità della vita…

«Esatto. Che poi è ciò che è mancato in tutti questi anni, gli affetti, la casa. Il desiderio di respirare una quotidiani­tà diversa rispetto al ritmo frenetico dei viaggi, tornei e allenament­i». Dove ti ritroviamo fra un anno?

«Non lo so. Mi piacerebbe rimanere nel mondo del tennis, ma ancora non ho progetti in cantiere. Voglio godermi queste settimane in maniera intensa. Poi si vedrà».

Con Serena Williams la partita della vita, agli Us Open. Che bello se fosse lei la mia ultima avversaria

Poi nello stesso torneo, nel 2015, la finale con la Pennetta andò male per me. Che peccato

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Vincente Roberta Vinci è l’unica tennista italiana ad aver vinto su tutte le superfici: 25 titoli tra singolari e doppi, uno score totale di 500 match vinti in carriera
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