Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Rivolta anti-Cassano in Forza Italia «Liste nei Comuni vicine a Emiliano»
Sisto e Marmo accusano. Vitali difende l’ex senatore. E sulle chat si scatena la rissa
Luigi Vitali Massimo è una risorsa nel partito Anche se lui non sempre si comporta da risorsa
Francesco Paolo Sisto Non si può stare in un partito e mettergli contro altri candidati
Metti a Cassano, togli a Cassano. La discussione all’interno di Forza Italia, soprattutto in provincia di Bari, si avvita attorno alle liste civiche che l’ex senatore Massimo Cassano, sta schierando in diversi Comuni pugliesi per le amministrative del 10 giugno prossimo in antitesi al partito di cui fa parte. Rientrato in FI dopo la parentesi di sottogoverno al ministero del Lavoro con i governi Renzi e Gentiloni, Cassano sembra la pietra dello scandalo. Soprattutto in Comuni come Altamura, Conversano e Noci. Ma non è l’unica. A Barletta e Brindisi la coalizione non è riuscita a chiudere su un candidato univoco. La Lega insiste su Massimo Ciullo a Brindisi dove il partito è stato commissariato. Forza Italia insiste su Roberto Cavalera.
Ma è su Cassano che si concentrano gli strali che volano nelle chat di whatsapp dei fratelli coltelli forzisti. «Questa querelle non mi appassiona – sostiene il coordinatore regionale del partito, Gino Vitali – Massimo Cassano per me è una risorsa nel partito, ma non sempre lui si comporta come una risorsa, perché le sue liste civiche non sempre stanno con Forza Italia. Si tratta – precisa il coordinatore regionale - di una questione che va chiarita. Certo, Cassano accampa giustificazioni che non mi coinvolgono, nel senso che non sono conseguenza diretta di miei atteggiamenti». I protagonisti della metafora calcistica in premessa sono il coordinatore provinciale di Bari, Francesco Paolo Sisto, i consiglieri regionali Gianni Stea e Domenico Damascelli. A loro Vitali chiede «un momento di confronto per mettere fine a questo tipo di anomalia. Andiamo divisi ad Altamura, Noci, Conversano. Però siamo insieme a Mola, a Monopoli. Non dispero prima o poi di trovare una sintesi».
Una sintesi anche con il capogruppo alla Regione, Nino Marmo, che denuncia il rischio di «implosione del partito» e chiede l’intervento di Berlusconi e Tajani. «Marmo rifiuta l’ingresso nel gruppo del consigliere regionale Gianni Stea – continua Vitali – nonostante abbia aderito a FI con la benedizione dei vertici nazionali e regionali. Certo, non basta la buona volontà di Vitali e Sisto, ma anche quella di tutti gli altri». Soprattutto di «Marmo che – sottolinea Vitali – non sa di che parla. Deve spiegare come mai nel 2010 aveva 16 mila voti e nel 2015 ne ha presi poco più di 6 mila. Dovrebbe cominciare a farsi lui qualche domanda, considerato che non mi sembra di averlo visto impegnato in campagna elettorale. Ormai, è un disco incantato che dovrebbe fare autocritica». Dunque che si fa?
Dal coordinatore provinciale del partito, Sisto arriva il mantra: «Unità, coerenza e simbolo di FI in tutti i comuni – dice – quanto a Cassano, non si può stare in un partito e mettere in campo liste civiche contro i candidati di quel partito o comunque della coalizione di centrodestra di cui fai parte. Candidati, oltretutto, nati dai territori e condivisi col coordinatore regionale e che non lasciano spazio ad equivoci». Il riferimento sarebbe ad Altamura dove «alcune liste civiche che appoggiano il candidato di Cassano sarebbero vicine al presidente della Regione, Michele Emiliano».
Alla riunione del coordinamento provinciale del partito l’altra sera non hanno partecipato né Cassano, né Stea. «Erano liberi di partecipare, non c’era bisogno di invito. Se fossero intervenuti sarebbero stati ben accetti». «In molti Comuni non si presenta il simbolo di Forza Italia – afferma, invece, Marmo - in questo contesto Cassano è soggetto autonomo. Sto cercando di ricondurre una battaglia nell’alveo del partito perché emerga come forza che ha una posizione politica, crea alleanze ed è il partito guida del centrodestra. Di fronte a ciò, abbiamo situazioni eterogenee insostenibili».