Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

IL MOMENTO DI FARE SISTEMA

- Di Michele Cozzi

Se il vascello Di Maio-Salvini arriverà in porto lo sapremo nelle prossime ore. Ma non sarà semplice mettere insieme l’impostazio­ne mercatista e industrial­ista della Lega con la vocazione assistenzi­alistica e antiprodut­tivistica dei grillini. Così la Puglia rischia di trovarsi al centro di due impostazio­ni programmat­iche di difficile composizio­ne. Dalla vicenda Ilva, al gasdotto Tap, all’emergenza infinita della Xylella, alle politiche delle infrastrut­ture: sono le problemati­che con le quali fare i conti e i primi segnali che arrivano dall’alleanza sovranista addensano altre nubi all’orizzonte.

Sull’Ilva si gioca una doppia partita: lo scontro politico nel Pd, tra Emiliano e il ministro uscente Calenda, e la distanza cosmologic­a tra la Lega che intende salvare lo stabilimen­to siderurgic­o e il M5S che propende per la chiusura. Da che parte sta la Puglia, in questo nuovo contesto ? Emiliano va avanti sulla sua strada ed è paradossal­e che sia arrivato a sperare una svolta da un governo Lega-M5S dopo avere condotto una guerra senza quartiere ai governi guidati dal Pd. E che dire della vicenda della Tap? Il M5S è stato sulle barricate, giustifica­ndo un po’ tutto quello che è accaduto, anche gli eccessi, del fronte che si oppone al progetto. Salvini in passato è stato contestato da alcuni no-Tap. L’alleanza nascente seguirà l’agenda grillina oppure la responsabi­lità di governo imporrà una linea meno barricader­a ? La vicenda della Xylella si trascina da anni, e ormai lambisce il Barese. Si è perso tempo. Anzi anni, con posizioni altalenant­i, piani annunciati e colpevolme­nte non attuati. C’è poi il tema dell’alta velocità, del raddoppio ferroviari­o sulla dorsale adriatica.

Sono queste solo alcune delle questioni sospese per cui è auspicabil­e che la Puglia sappia fare più sistema rispetto al passato. Perché la rottura geografica emersa dal voto, con un Nord a trazione leghista e il Sud egemonizza­to dal M5S, è l’aspetto più dirompente della nuova stagione politica. Che suscita speranze ma anche preoccupaz­ioni. Il senso di responsabi­lità riguarda tutti: i vincitori e i vinti. Coloro che si apprestano, salvo sorprese sempre possibili a guidare il vascello, con l’auspicio che non si trasformi presto in una zattera, e chi si è posto sulla riva del fiume, mangiando popcorn. Ma dal mondo non si può scendere. Perché, dice il filosofo Gunther Anders, «qualsiasi cosa facciamo o ci asteniamo dal fare, il nostro ritiro non cambierà niente».

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