Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Cinquant’anni di Albania nelle foto di Luca Turi
Il racconto per immagini nel volume «La memoria del vento», edito da Florestano
Dal regime alla grande fuga, dall’isolamento imposto dall’oppressione comunista al miraggio dell’Occidente più vicino spuntato all’improvviso sull’orizzonte dell’Adriatico; e poi ancora: dalla crisi economica e sociale innescata dal crac delle finanziarie truffa alla lenta ma costante risalita accompagnata da un sogno europeo che potrebbe diventare realtà. È tutto scolpito nelle immagini che scandiscono le pagine de La memoria del vento, il nuovo libro di Luca Turi, storico fotoreporter barese, autore di un racconto fotografico sugli ultimi cinquant’anni di Albania.
Il volume, pubblicato da Florestano Edizioni, è curato dal caporedattore della Gazzetta del Mezzogiorno, Carmela Formicola, insieme alla cronista del quotidiano pugliese Annadelia Turi: a loro sono affidate anche le didascalie che accompagnano chi sfoglia quelle cento pagine, autentico viaggio attraverso un Paese che negli anni della guerra fredda ha rappresentato il baluardo comunista affacciato in Adriatico e che invece, da qualche tempo, ha ormai puntato sulla libera iniziativa per alimentare una ripresa economica non facilmente ipotizzabile fino a qualche decennio fa.
Nelle fotografie scattate magistralmente da Turi c’è la trasformazione di un Paese che per certi versi è uno specchio dell’Europa, è come viaggiare in una macchina del tempo per cogliere e osservare pagine decisive per le sorti del Mediterraneo. Perché nel libro c’è la vita dall’altra parte del muro di Berlino, c’è l’immagine di uno studente in divisa militare come imponeva il regime, c’è un Paese isolato e ripiegato su se stesso, separato dall’Occidente da un braccio di mare piccolo piccolo che negli anni della guerra fredda era una barriera invalicabile. Poi il crollo del comunismo, gli sbarchi. Nelle pagine del libro di Turi trovano posto fotografie storiche, come quella della Vlora, la nave che il 7 agosto del ’91 giunse a Durazzo, in Albania, di ritorno da Cuba con un carico di zucchero, e il giorno dopo prese di nuovo il largo e approdò a Bari con ventimila persone che inseguivano il miraggio della libertà. Il mercantile ondeggiava paurosamente, il ponte trasformato in un alveare umano, le cime utilizzate come via di fuga per raggiungere subito la banchina, decine di persone in mare per conquistare un angolo di terraferma. In quella celebre fotografia di Turi si mescolano speranza e disperazione, lo scatto cattura un momento drammatico che segna il passaggio da un’epoca all’altra e si abbatte su una città lasciata sola. «Avevo 21 anni compiuti ma come me nessuno dimenticherà mai quelle immagini», scrive il sindaco di Bari Antonio Decaro nella prefazione del libro di Turi. «Il mare - prosegue il primo cittadino - diventò un brulicare di teste, di persone disperate. Impossibile contarle». Una giornata drammatica per l’Italia e per l’Europa, su cui si sofferma sempre nella prefazione il sindaco di Durazzo, Vangiush Dako. «La disperazione - scrive - aveva toccato il fondo. L’Albania di oggi ha un sacco di obblighi nei confronti di quei giovani».
La memoria del vento sarà presentato domani alle 17.30 al porto di Bari dalla giornalista Nicoletta Virgintino a bordo della nave Rigel III, e sarà possibile anche visitare una mostra con le fotografie di Turi: 150 pannelli che spiegano quanto accaduto in cinquant’anni dall’altra parte dell’Adriatico. Giovedì il libro sarà invece presentato a Durazzo, dove ci sarà anche il premier Edi Rama che guida un Paese ormai profondamente cambiato grazie a un’intensa politica riformatrice. Il risultato è una modernizzazione accompagnata da una vivacità culturale e da un boom turistico che avvicinano ancor di più Puglia e Albania.
Un’icona
Tra gli scatti, quello della Vlora nel porto di Bari con i suoi grappoli di uomini