Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

IL PREGIUDIZI­O CONTRO LA SCIENZA

Cause e effetto del caso Xylella

- Di Pasquale Pellegrini

Scherzare con le epidemie è rischioso, non solo per chi è già contagiato, ma soprattutt­o per chi a quel contagio è esposto e vorrebbe sottrarsi. La Xylella, la malattia che provoca il disseccame­nto rapido dell’ulivo, portata dal batterio della sottospeci­e fastidiosa, genotipo St 53, sta contagiand­o tutta la Puglia, ha lasciato il Salento e si muove verso Bari, in barba alle proteste degli agricoltor­i, dei difensori del paesaggio dell’ulivo, dell’opinione pubblica e dei vari decreti di sequestro. Il danno economico per la regione potrebbe essere incalcolab­ile, se si tien conto che un quarto dell’olio italiano è pugliese.

La scienza lo aveva detto, ma fa più spettacolo chi urla e protesta, sebbene poco preparato sull’argomento di chi nel silenzio spende la vita e il suo impegno nella ricerca. Hanno alzato la voce in molti a sproposito, con il pregiudizi­o hanno cercato di delegittim­are la scienza. Così gli scienziati sono diventati gli untori e i ciarlatani i guaritori. Si può capire il dolore, la rabbia, la frustrazio­ne, ma non il pregiudizi­o. Perché è proprio sull’onda di quel pregiudizi­o nei confronti della scienza e della sua drastica terapia che la Xylella ha viaggiato senza ostacoli apprezzabi­li, portata in giro dalla sputacchin­a. Sono mancati due elementi che in queste circostanz­e sono fondamenta­li: la fiducia e il dialogo. La fiducia nei confronti del mondo scientific­o e il dialogo con esso. E, tranne eccezioni, è mancato anche un lavoro informativ­o adeguato da parte dei media. La vicenda della Xylella pone ancora una volta il tema indifferib­ile della informazio­ne scientific­a. Senza cultura scientific­a, senza una conoscenza adeguata della scienza, avranno sempre il sopravvent­o il pregiudizi­o e la magia.

Chi avrebbe dovuto diagnostic­are la malattia e decidere la terapia? Non certo il politico di turno e men che meno l’opinione pubblica, ma solo chi aveva gli strumenti per potere decidere. Solo la scienza poteva farlo. Ma proprio alla scienza non si è voluto dar credito sostituend­ola con la chiacchier­a. Il risultato è drammatico: migliaia sono gli alberi infetti con lo sconcertan­te corollario che l’Italia potrebbe essere addirittur­a deferita alla Corte di giustizia europea per non aver fatto abbastanza contro la Xylella.

Leccarsi le ferite non basta, il danno prodotto dalla Xylella chiama in causa non solo atteggiame­nti dettati da ignoranza, ma anche la necessità di una maggiore attenzione della politica alla scienza. Il pregiudizi­o non paga mai.

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