Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Pressioni sui testi, due pm di Trani alla sbarra a Lecce
Ruggiero e Pesce sotto accusa: «Minacce per confermare tangenti all’ex capo dei vigili»
La Procura di Lecce ha citato in giudizio per concorso in tentata violenza privata l’ex pm di Trani Michele Ruggiero, poi trasferito alla Procura di Bari e il pm di Trani Alessandro Pesce.
Avrebbero fatto pressioni sui testimoni per costringerli a fare ammissioni nell’ambito di un’inchiesta su tangenti. Per questo la procura di Lecce ha citato in giudizio per concorso in tentata violenza privata l’ex pm di Trani, Michele Ruggiero, (successivamente trasferito in procura a Bari dove tornerà in servizio a giugno) e il magistrato di Trani Alessandro Pesce.
L’inchiesta è quella che riguarda le presunte pressioni che i pm avrebbero fatto, nell’ottobre del 2015, a tre testimoni per costringerli - secondo l’ipotesi accusatoria - ad ammettere di essere a conoscenza del pagamento di presunte tangenti all’ex comandante della polizia municipale di Trani, Antonio Modugno, per la fornitura di photored. Sulla questione si era già espressa la Suprema Corte che aveva confermato la decisione con la quale il gip di Lecce prima e il Riesame dopo si erano espressi negativamente alla richiesta di interdire dalle funzioni Ruggiero e Pesce per tre reati che ora non vengono contestati: tentato abuso d’ufficio, tentativo di violenza per far commettere un reato e tentativo di falso. È possibile che per questi reati sia stata chiesta l’archiviazione.
La Cassazione ritenne corretto il provvedimento con il quale i giudici di merito avevano detto «no» alla misura interdittiva. Spiegò che le pressioni c’erano state al solo fine di cercare la verità. Dunque pur non condividendo in sede cautelare la sussistenza delle contestazioni penali, aveva aggiunto che la vicenda avrebbe potuto avere delle conseguenze di natura disciplinare. Il processo nei confronti dei due magistrati inizierà il prossimo 12 novembre dinanzi al giudice monocratico del tribunale di Lecce.
Nel periodo in cui ha prestato servizio presso la procura di Trani, il pm Ruggiero ha rappresentato la pubblica accusa nel processo alle agenzie di rating, S&P e Fitch, che si è concluso con l’assoluzione di tutti gli imputati dall’accusa di aver manipolato il mercato in un complotto contro l’Italia. In seguito alla sentenza di assoluzione di tutti i mana- ger, il magistrato si era sfogato su Facebook in un lunghissimo post che lo aveva fatto finire nuovamente sotto i riflettori. Il pm scriveva di «essere stato lasciato solo. «Ad un Pubblico Ministero – il magistrato promotore di giustizia nel sistema penale italiano – capita spesso di avvertire questa sensazione di solitudine nel corso di processi particolarmente delicati: delicati come le verità che in quei processi si tenta di fare emergere, dapprima durante le indagini, poi nel corso del pubblico dibattimento. Verità - scriveva Ruggiero il 31 marzo 2017 che spesso restano sullo sfondo, perché lì è bene che restino... Verità che finiscono esse stesse sotto processo rischiando la più grave tra le condanne, quella all’oblio. Sì, ho detto solitudine. Quel sentimento si faceva più forte: forse perché lo Stato, tecnicamente parte lesa da quei reati e perciò legittimato a costituirsi parte civile per azionare una pretesa risarcitoria nei confronti degli imputati, non era sceso in campo a lottare a fianco del pubblico ministero?».
Gli addebiti
La procura di Lecce li ha citati in giudizio per concorso in tentata violenza privata