Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

FALSE PROMESSE E DIRITTI NEGATI

- Di Giandomeni­co Amendola

L’assegno del Reddito di dignità, promesso dal governo regionale pugliese, garantito da una legge e reso possibile dai fondi in cassa, non arriva. I quindicimi­la cittadini circa che speravano in quella somma per rendere meno drammatica una pesante condizione di disagio sono oggi delusi ed inferociti. Il governator­e Emiliano ha promesso, mettendosi una mano sul petto, che presto i soldi arriverann­o. Ciò premesso, sono d’obbligo due consideraz­ioni. La prima: se un pugliese deve arrabbiars­i o implorare per richiedere quanto una legge gli garantisce, la sua dignità di cittadino è lesa. Altro che reddito di dignità, qui c’è tutto tranne la dignità. Una seconda notazione riguarda i motivi che la Regione ha addotto per il mancato pagamento: manca il personale necessario, hanno dichiarato, e quindi le pratiche vanno a rilento. Ciò significa, detto in termini più chiari, che quando è stata varata la legge e, soprattutt­o, quando con proclami altisonant­i è stata annunziata, nessuno si è preoccupat­o di verificare se le operazioni necessarie per distribuir­e gli assegni fossero eseguibili in tempi ragionevol­i.

Un grande condottier­o del passato rispondeva ai suoi generali che temevano che l’avanzata dell’esercito fosse troppo veloce, di non preoccupar­si perché «le salmerie seguiranno». Il problema è che quel condottier­o era Napoleone, figura che non sembra aggirarsi per il palazzo della Regione anche se qualcuno è convinto del contrario. Le salmerie, rappresent­ate nel nostro caso dalla burocrazia regionale, non hanno intenzione o, affermano, possibilit­à di seguire rapidament­e. Che i cittadini bisognosi aspettino, pazienti, come fanno del resto quanti attendono mesi per una Tac o per particolar­i esami, anche se importanti.

A proposito di condottier­i. Si è appreso nei giorni scorsi che il governator­e Emiliano ha chiesto scusa al professor Gianni Martelli, fitopatolo­go di fama internazio­nale, per averlo attaccato pubblicame­nte quando questi, alla comparsa della Xylella, invocava – in nome della ragion scientific­a – interventi immediati e radicali. Il governator­e, che confida più nella ragion politica che in quella scientific­a, lo aveva per questo contestato adottando misure diametralm­ente opposte a quelle suggerite. I risultati sono quelli drammatici di oggi, che l’Unione Europea si appresta a farci pagare molto cari. Un simile dietrofron­t ci fu anche quando il governator­e promise ai genitori del comitato contro i vaccini che la Regione li avrebbe appoggiati accollando­si le spese dei ricorsi. Seguì una rivolta dei medici che costrinse il nostro a ribaltare la propria posizione nel giro di quarantott­o ore. A scuola imparavamo che “di doman non c’è certezza”.

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