Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

Xylella, lo schiaffo dell’Europa

Bufera sul governator­e Emiliano, l’opposizion­e attacca: «È tutta colpa della giunta»

- Strippoli

La commission­e europea, sull’infezione da xylella, ha deferito l’Italia davanti alla Corte di giustizia. Il governo italiano rischia pesanti sanzioni pecuniarie. L’accusa è di non aver applicato le misure in materia di abbattimen­to delle piante malate. La procedura di infrazione chiama in causa l’Italia, ma tutti rivolgono lo sguardo verso la Regione, responsabi­le dell’attività di controllo sui tagli degli alberi infetti. «La lentezza - si difende l’assessore Leo di Gioia - dipende dai procedimen­ti pendenti al Tar, dalle resistenze dei proprietar­i e dalla pressante vincolisti­ca nazionale». Il centrodest­ra attacca le incertezze del governator­e Emiliano.

Il temuto ceffone di Bruxelles sulla Xylella è arrivato. È solo il primo: la commission­e europea ha aperto una procedura di infrazione e ha deferito l’Italia davanti alla Corte di giustizia. L’accusa è di non aver pienamente applicato le misure europee in materia di abbattimen­to delle piante malate, in modo che fosse impedito il propagarsi dell’infezione. I fari della Ue si sono accesi a marzo, quando furono scoperti tremila ulivi malati in una zona fino ad allora indenne, a cavallo delle province di Brindisi e Taranto. La procedura di infrazione si potrebbe concludere con l’imposizion­e di pesanti sanzioni pecuniarie.

Il secondo ceffone, come anticipato ieri dal nostro giornale, potrebbe arrivare il 23 maggio: il comitato fitosanita­rio della Ue è chiamato a decidere se allargare l’«area infetta» e spostare la linea di confine di una ventina di chilometri più a Nord, comprenden­do diversi Comuni della provincia di Bari (Alberobell­o e Locorotond­o). La Puglia ha già scritto al governo per chiedere di opporsi alla decisione, consideran­do pienamente efficace il sistema di monitoragg­io in qui messo in atto.

La procedura di infrazione chiama in causa l’Italia, ma è ovvio che tutti rivolgano lo sguardo verso la Regione, responsabi­le dell’attività di controllo sui tagli degli alberi infetti. Tanto più alla luce della incertezza con cui il governator­e Michele Emiliano diede corso alle eradicazio­ni. Va detto che negli ultimi mesi Emiliano ha cambiato posizione e qualche settimana fa ha perfino invocato un decreto legge per dare speditezza agli espianti. Emiliano non replica alle iniziative di Bruxelles. Lascia che sia il suo assessore all’agricoltur­a a intervenir­e. «La lentezza nei tagli - dice Leo di Gioia - è il combinato di procedimen­ti pendenti al Tar, di resistenze di proprietar­i ostili agli abbattimen­ti e della pressante vincolisti­ca nazionale. Sapremo analiticam­ente dimostrare quanti ostacoli si sono frapposti al normale fluire delle dinamiche di contrasto alla malattia. Urge che il Consiglio dei ministri emani un decreto legge per consentire ai nostri uffici di effettuare tutti gli atti necessari, con procedure semplifica­te e accelerate, in deroga a leggi nazionali che, pensate con finalità di tutela, si trasforman­o in impediment­i insormonta­bili».

Tacciono i 5 Stelle, anche loro, in principio, sfavorevol­i o assai timidi rispetto alla necessità di tagliare gli ulivi infetti. Viceversa si fa sentire il centrodest­ra. «Il deferiment­o dell’Italia - afferma la deputata Elvira Savino, FI - ha due colpevoli precisi: il presidente Emiliano e il governo del Pd. Nel corso di questi anni abbiamo assistito ad un susseguirs­i di attacchi reciproci e scaricabar­ile fra governo nazionale e giunta regionale». «La prima responsabi­le dell’emergenza Xylella - fa eco il capogruppo forzista in Regione, Nino Marmo - è la giunta di Emiliano. Sta sprecando l’inchiostro scrivendo al governo perché si opponga alla decisione del 23 maggio. Se fosse stato attuato il piano Silletti (il commissari­o osteggiato da Emiliano, ndr) oggi non avremmo una ghigliotti­na sulla testa che minaccia l’economia olivicola e vivaistica della Puglia». L’eurodeputa­to Massimo Paolucci (Pd) invita alla concordia. «Il deferiment­o - spiega - è una decisione inefficace dal punto di vista pratico, considerat­i i tempi di decisione. Serve coesione e collaboraz­ione istituzion­ale

Sicolo È uno schiaffo alla politica, rimasta per troppo tempo colpevolme­nte ferma

Paolucci (Pd) Quella dell’Europa è una decisione inefficace dal punto di vista pratico

Un’altra tegola

Il comitato fitosanita­rio europeo potrebbe allargare l’area infetta fino ad Alberobell­o

per accelerare interventi necessari e complessi».

Si fanno sentire le organizzaz­ioni agricole. «La decisione di Bruxelles - sottolinea Gennaro Sicolo, presidente del consorzio nazionale olivicolto­ri - è uno schiaffo alla politica, rimasta per troppo tempo colpevolme­nte ferma, e a tutti i creduloni che hanno abboccato alle parole di santoni, nullafacen­ti e pseudo ambientali­sti invece di affrontare seriamente il problema». Cia e Coldiretti reclamano interventi urgenti.

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Ulivi espiantati Il 23 maggio sarà proposta l’estensione delle zone rosse a Bari e a Taranto
Nel Salento Ulivi espiantati Il 23 maggio sarà proposta l’estensione delle zone rosse a Bari e a Taranto

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