Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
«Bimbi esclusi? Ho il dovere di tutelare tutti»
Il caso vaccini Parla la preside
Igenitori dei bambini che non hanno fatto il vaccino, non ammessi in classe nell’istituto dell’infanzia San Paolo di Trani, annunciano battaglia. « La preside deve annullare il provvedimento - dicono - altrimenti ci rivolgeremo alla magistratura. I piccoli stanno subendo un trauma». La dirigente scolastica, Paola Valeria Gasbarro, ha deciso di parlare. «Ho applicato la legge - replica - ho il dovere di tutelare anche gli altri perché potrei essere chiamata in causa dagli altri genitori». Gasbarro si dice pronta a revocare il provvedimento «non appena le famiglie si saranno messe in regola».
Ieri hanno lasciato i loro figli a casa, ma i genitori dei bambini non ammessi in classe martedì nell’istituto per l’infanzia San Paolo di Trani, perché non in regola con l’obbligo vaccinale, promettono battaglia. «Nelle prossime ore – annuncia l’avvocata Fiorella Liotta, che sta difendendo due delle famiglie coinvolte nella vicenda – invierò a scuola un’istanza affinché la dirigente provveda in autotutela a revocare il provvedimento con il quale ha impedito l’ingresso a scuola dei piccoli. I bimbi stanno subendo un trauma e la scuola si sta esponendo a conseguenze civili e penali».
Se la dirigente del circolo didattico «Edmondo De Amicis», da cui dipende il «San Paolo», non dovesse tornare sui suoi passi, le famiglie sono pronte anche a presentare esposti alla magistratura. A confermarlo è il papà di uno dei due bimbi fotografato con in mano un cartello su cui c’era scritto «Vietato l’ingresso ai cani e ai non vaccinati» che ha scatenato feroci polemiche.
Da scuola però, dopo un «no comment» iniziale, arriva la replica della preside: «Non c’è molto da commentare – dice la dirigente, Paola Valeria Gasbarro – mi sono limitata ad applicare la legge e a fare il mio dovere con pazienza e buon senso. Ho concesso sin troppo tempo, in realtà. Occorre però far chiarezza, a cominciare dai numeri. I bambini che dall’inizio dell’anno sono stati temporaneamente sospesi sono stati addirittura dieci e non quattro o addirittura cinque. Due o tre non frequentano già da tempo e non essendo una scuola dell’obbligo non posso indagare sulle motivazioni. Altri si sono messi in regola e sono tornati regolarmente in classe. Solo due famiglie hanno continuato a portare i loro figli a scuola senza esibire la documentazione richiesta».
La dirigente scolastica si dice pronta a revocare il provvedimento appena avrà i documenti. «Ad aprile abbiamo ricevuto comunicazione dell’anagrafe dei bambini vaccinati dal sistema della Regione Puglia - spiega - e non ho potuto far altro che seguire la legge. Ho il dovere di tutelare anche gli altri, perché potrei essere chiamata in causa dai genitori. Dal 21 marzo, del resto, c’è il libero accesso ai centri vaccinali per ricevere tutte le informazioni necessarie. Non occorre nemmeno prenotare. Volendo si poteva avviare l’iter necessario».
Intanto della questione si sta interessando anche il parlamentare pugliese della Lega Rossano Sasso, che ha presentato una proposta di legge insieme ad altri colleghi con la quale chiede che venga modificato il decreto Lorenzin proprio in merito al divieto di ingresso nella scuola dell’infanzia per i bimbi non in regola: «Quanto accaduto è molto grave – dice, annunciando una visita a Trani nei prossimi giorni – sia sotto il profilo giuridico ma soprattutto sotto quello umano e pedagogico. Quando ho visto la foto ho provato profonda amarezza. Noi non siamo assolutamente contro i vaccini, anzi io ho vaccinato i miei figli, ma mi appello alle autorità scolastiche, a cominciare dalla dirigente, perché quei bambini devono tornare in classe. In caso contrario mi rivolerò ai giudici».