Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Il continente vero Terrazze riaperte con vista sull’Africa
Riaprono le «Terrazze» Al via il nuovo ciclo d’incontri
Con le relazioni dei giornalisti Marco Trovato e Andrea De Georgio, intervallate dall’intervento del vice ministro degli Esteri, Mario Giro, è iniziato ieri il quarto ciclo di incontri de «Le Terrazze del Corriere». Cuore della serata l’Africa.
Nel 2050 il 25% degli abitanti della Terra sarà africano. La popolazione del continente, che oggi ammonta a circa un miliardo e 200 milioni di persone è destinata a raddoppiare nei prossimi trent’anni. Il prodotto interno lordo cresce tra il 3 e il 5% all’anno e in Africa c’è il 60% delle terre fertili non utilizzate e il 65% delle risorse naturali non disponibili del mondo. Basterebbero queste cifre per comprendere che dallo sviluppo dell’Africa dipende il futuro del pianeta. E per questo, ora più che mai, occorre spazzare via stereotipi e luoghi comuni che circondano il cosiddetto Continente nero. Per queste ragioni il Corriere del Mezzogiorno e la Fondazione Corriere della Sera hanno deciso di dedicare l’edizione 2018 delle «Terrazze del Corriere» proprio all’Africa. «L’apertura a questi temi è fondamentale per aprire le menti ha ricordato il responsabile della redazione barese del Corriere del Mezzogiorno, Michele Pennetti - Ci avventuriamo in questo viaggio che spero possa essere utile ad arricchirci».
L’evento, che come ha spiegato l’editorialista e ideatrice della rassegna, Maddalena Tulanti, si snoderà attraverso otto appuntamenti ogni giovedì sulla terrazza di Palazzo Diana a Bari, ha preso il via ieri sera con la discussione sul «Continente Vero: perché si fugge, perché si tornerà». Marco Trovato, direttore editoriale della rivista Africa che ha collaborato al progetto, ne ha parlato con Andrea De Georgio, giornalista free lance che vive in Mali, e con Mario Giro, viceministro degli Affari Esteri e grande conoscitore della realtà africana. Ad ascoltare, tra gli altri, il sociologo Franco Cassano, l’editore Giuseppe Laterza, l’ex direttore della Gazzetta del Mezzogiorno, Lino Patruno.
«Dobbiamo pensare a un continente complesso - ha detto Trovato - in cui ci sono 54 Paesi e oltre cento popoli. Esistono insomma tante Afriche ma alcuni temi sono comuni, come i flussi migratori e l’instabilità. Basti pensare che delle 30 guerre degli ultimi dieci anni la metà è scoppiata qui. Uno dei principali motivi per cui si fugge è questo. Poi c’è la miseria, ovviamente: 600 milioni di persone vivono con meno di 2 dollari al giorno e non hanno accesso all’acqua potabile. Ma l’Africa è un paese giovane. L’età media è di 19 anni e il 70% della popolazione ha meno di 25 anni. C’è un boom demografico impressionante».
E questo, inevitabilmente, vuol dire che l’Africa non può che essere un continente in movimento, in subbuglio. «I giovani africani oggi decidono da soli e lo fanno grazie ad un grande uso dello smartphone che li mette in contatto con il mondo ha spiegato il viceministro Giro - Non a caso una delle rivoluzioni in atto è quella tecnologica. Dobbiamo abituarci a un mondo in movimento».
De Georgio, dal canto suo, dopo aver ricordato che il Nord del Mali è al centro di traffici illeciti, cocaina, armi e esseri umani, ha evidenziato le responsabilità dell’Europa e dei media occidentali che hanno stereotipato l’Africa: «Bisogna andare oltre i numeri e parlare di persone. E’ un flusso che non si può fermare e non è stato bloccato con l’accordo con la Libia». Ma il futuro è il ritorno in Africa, dove la densità è di 35 abitanti per km quadrato. Una terra, per molti aspetti, ancora vergine.
Trovato
«Dobbiamo pensare a un continente complesso in cui ci sono 54 Paesi e oltre cento popoli
Giro
I giovani africani oggi decidono da soli e lo fanno grazie ad un grande uso dello smartphone
De Georgio
Bisogna andare oltre i numeri e parlare di persone È un flusso che non si può fermare