Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
«Per rilanciare il Flacco e gli studi classici»
Il filologo e grecista Luciano Canfora, i rettori dell’Università di Bari, Antonio Felice Uricchio, e del Politecnico, Eugenio Di Sciascio, l’ex rettore Corrado Petrocelli, gli editori Alessandro e Maria Laterza, e ancora professori come l’italianista Pasquale Guaragnella, il filosofo Costantino Esposito, lo storico del teatro Franco Perrelli, il giurista Gaetano Piepoli, l’urbanista Dino Borri, e ancora giornalisti e professionisti baresi, molti ex alunni del Flacco ma non solo.
Sono ventitre i primi firmatari di una lettera-appello pubblico in favore del Flacco e degli studi classici indirizzata alla dottoressa Anna Cammalleri, direttore generale dell’Ufficio scolastico regionale. Ma è facile immaginare che molti altri firmeranno nei prossimi giorni.
Il documento è chiaro. L’appello «parte dalla consapevo- lezza della situazione drammatica in cui versa la cultura nella nostra città e, secondo un’ottica più ampia, in tutto il nostro Paese». Cultura intesa come coscienza e senso critico, come opportunità per ogni cittadino «di scoprire il proprio io, di cercare il senso delle relazioni, del vivere civile e dell’associarsi politico». Le scuole, e tra esse soprattutto il liceo classico, un tempo formavano a questo, secondo quel genere di processo educativo che i Greci chiamavano paideia. Da decenni invece, continua il documento, «i governi hanno cercato di ridurre le nostre scuole a meri corsi di avviamento al lavoro e hanno tentato di deprimere gli studi classici».
A partire da queste considerazioni, si legge, «che il Flacco sia sostenuto, rilanciato è necessario per questa città, per la sua cultura, per il suo bisogno di ironia e di malinconia». Per questo, conclude il documento, «nelle prossime settimane in cui si definiscono i nuovi contratti, Le chiediamo di avere a cuore la competenza, l’esperienza, il prestigio della dirigenza del nostro Liceo, per ridare slancio alla sua eccezionale tradizione; per i nostri giovani, per l’Orazio Flacco, per la nostra città e per la cultura del nostro Paese».