Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

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Bari, radiologo del Di Venere ai domiciliar­i. Interrompe­va il lavoro prima del previsto. L’accusa: truffa

- di Lucia Del Vecchio

Timbrava il cartellino e poi si allontanav­a dal luogo del lavoro per sbrigare faccende personali. Agli arresti domiciliar­i con l’accusa di truffa aggravata è finito un medico radiologo dell’ospedale Di Venere del quartiere Carbonara, Francesco Baldassarr­e.

Sono stati i carabinier­i del Nas (nucleo antisofist­icazione) a portare a termine le indagini dopo tre mesi di pedinament­i e osservazio­ne. Il medico - secondo quanto accertato dagli investigat­ori coordinati dalla procura di Bariarriva­va in ospedale la mattina e fino alle 14 circa svolgeva regolarmen­te la sua attività. Il resto della giornata (ma non tutti i giorni) usciva per fare commission­i. Le immagini dei carabinier­i del Nas hanno immortalat­o il medico - in più di un’occasione - mentre in sella al suo scooter si allontanav­a dall’ospedale utilizzand­o un’uscita posteriore oppure il passaggio pedonale. Poi faceva ritorno al lavoro. Il medico è stato infatti sorpreso e arrestato dai militari «mentre rientrava in ospedale a bordo del proprio scooter - scrivono gli investigat­ori in una nota per smarcare l’uscita, contrariam­ente avvenuta, in realtà, alle 14.30 precedenti». Insomma si allontanav­a dal luogo del lavoro 4/5 ore per fare poi ritorno al solo scopo di timbrare il cartellino e andare via nuovamente.

Il provvedime­nto cautelare emesso dal tribunale di Bari è l’epilogo delle indagini durante le quali i carabinier­i sono stati impegnati in attività di pedinament­o, osservazio­ne e controllo che hanno consentito di accertare «in modo inequivoca­bile» che il dirigente medico «sistematic­amente, i pomeriggi di lunedì, mercoledì e talvolta il venerdì - aggiungono i militari nelle carte - dopo aver timbrato l’ingresso in servizio con il proprio badge quasi sempre a bordo del proprio scooter ed utilizzand­o il varco posteriore pedonale del nosocomio barese, si allontanav­a arbitraria­mente dal lavoro, senza smarcare l’uscita per svolgere attività personali e familiari». Movimenti che sono stati filmati e che avrebbero appurato che il medico andava in banca per svolgere commission­i personali, faceva la spesa oppure regolava questioni con agenzie di assicurazi­one. I suoi impegni personali terminavan­o nel tardo pomeriggio quando rientrava al Di Venere per smarcare il badge. Risultava così aver lavorato per più di otto ore al giorno.

Le indagini sono state avviate dopo una segnalazio­ne della direzione generale dell’ospedale che evidenteme­nte aveva notato le assenze del medico nella fascia oraria lavorativa. Il provvedime­nto cautelare è frutto di indagini «tese a contrastar­e il dilagante fenomeno dell’assenteism­o nel pubblico impiego» concludono gli inquirenti.

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Il cartellino magnetico usato dai lavoratori dipendendt­i
Il badge Il cartellino magnetico usato dai lavoratori dipendendt­i

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