Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Svolta per l’ex Om di Bari Due le proposte di acquisto che danno il via libera all’asta Gli operai? Non c’è posto
La proposta vincolante è arrivata. Anzi: le candidature sono due (per lotti differenti). Ma c’è un’amara scoperta. Entrambe le iniziative non hanno dipendenti da assumere, ma affari da concludere a prezzo stracciato. La telenovela dell’ex Om Carrelli di Bari si infittisce di un’altra puntata. Alessandra Giovetti, curatrice fallimentare, dovrà gestire d’intesa con il tribunale di Torino la procedura per l’assegnazione di quel che resta di Tua Industries. Ovvero il brevetto della mini auto elettrica e un credito Iva da quasi 600 mila euro.
Ironia della sorte a fronte di tanta aspettativa per un termine vincolante appena scaduto non arrivano buone notizie per i 174 lavoratori ex Om Carrelli che da dicembre scorso non percepiscono alcun ammortizzatore sociale. Famiglie in difficoltà che hanno sempre sperato in una reindustrializzazione della fabbrica situata nella zona industriale di Bari-Modugno.
La prima offerta, quella per il brevetto dell’auto (mostrata in pompa magna all’ultima Fiera del Levante), ammonta a 21 mila euro. È stata presentata da una cordata di imprenditori veneti tra cui un’azienda che produce (all’estero) e commercializza veicoli elettrici. Il secondo lotto, quello del credito Iva, fa segnare una proposta d’acquisto, da parte di un imprenditore romano, pari a 10 mila euro. Tuttavia, la presentazione delle offerte produce comunque un effetto: si interrompe il termine e si apre la via per un’asta che dovrebbe concludersi in 30 giorni dal via libera del giudice al bando di gara. Cosa cambia? La speranza è che quest’ultima sia una mossa transitoria in attesa di interventi decisivi soprattutto sul personale. D’altronde la task force dell’occupazione sta incontrando imprenditori che comunque dimostrano interes- se per il sito industriale.
Resta da capire fino a quando i lavoratori potranno sopportare il peso della mancanza di stipendio. Alla curatela servirebbero almeno 250 mila euro per finanziare la quota Tfr all’Inps in modo da sbloccare la cassa integrazione in deroga per un anno.