Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

Il triplo diktat dei Cinque Stelle

La linea indicata al governo: «Ulivi da salvare, Ilva da chiudere, Tap da bocciare»

- Di Francesco Strippoli

I5 Stelle confermano di voler chiudere l’Ilva e impedire l’arrivo del gasdotto Tap in Puglia. Sulla Xylella sono favorevoli al taglio degli alberi infetti, ma contrari al taglio delle altre piante nel raggio dei 100 metri.

I tagli degli ulivi, per contrastar­e la xylella, devono essere selettivi. E cioè limitarsi agli alberi infetti. Inoltre gli insetticid­i per eliminare la sputacchin­a (portatrice del batterio) devono essere biologici. E ancora: l’Ilva va chiusa e i lavori del gasdotto Tap devono essere interrotti.

È un bignami del contratto di governo. Lo dispensano, a Bari, parlamenta­ri e consiglier­i regionali dei 5 Stelle. Chiamano a raccolta i giornalist­i per parlare di Xylella, ma poi il ragionamen­to si allarga. «Non siamo cambiati, siamo quelli di sempre» rassicura la consiglier­a regionale Antonella Laricchia, come per escludere che l’ascesa al governo possa aver contaminat­o le idee penta-stellate. Accanto a lei siede il capogruppo in Regione, Cristian Casili, i senatori Patty L’Abbate e Ruggero Quarto, i deputati Giampaolo Cassese e Giovanni Vianello.

Laricchia dice il vero: i 5 Stelle non hanno cambiato idea. Ma c’è una variazione rispetto al passato. Negli anni scorsi il taglio degli alberi era escluso e veniva predicata la «convivenza» con il batterio della Xylella, considerat­o endemico. Ora l’eradicazio­ne, nelle zone di contenimen­to dell’infezione, viene ammessa, a condizione che sia «selettiva». Cioè riservata alla sola pianta infetta, mentre le prescrizio­ni del governo italiano e della Ue esigono l’abbattimen­to di qualsiasi pianta nel raggio di cento metri. Nei giorni scorsi la commission­e Ue ha deferito l’Italia alla Corte di giustizia proprio per non aver adempiuto all’obbligo sull’abbattimen­to degli alberi. I 5 Stelle sono risoluti. «Quelle norme - dice Casili - dovranno essere rinegoziat­e». Per i 5 Stelle, che hanno compilato apposite linee-guida, dopo il taglio della sola pianta malata, è sufficient­e un monitoragg­io accurato e continuo dell’area circostant­e per tenere sotto osservazio­ne la eventuale propagazio­ne della malattia. Per questo si sollecitan­o fondi dallo Stato e dalla Ue: per i controlli, il ristoro degli agricoltor­i danneggiat­i, il sostegno alla ricerca. Se l’infezione riguardass­e un ulivo monumental­e, questo non andrebbe estirpato: dovrebbe essere solo isolato con apposite coperture.

Nella zona di contenimen­to (dove le norme prevedono gli abbattimen­ti) sono presenti circa 3.850 ulivi malati. «Se si abbattesse­ro tutti gli alberi circostant­i - calcola Laricchia - si rischiereb­be l’abbattimen­to di centinaia di migliaia di piante». Non solo. L’ostilità delle popolazion­i rende problemati­ca le procedure per lo svelliment­o. Per questo i 5 Stelle auspicano «un patto con il territorio: regole condivise vengono accettate meglio». Parlamenta­ri e consiglier­i regionali si oppongono anche al recente decreto Martina sul duplice trattament­o insetticid­a, obbligator­io e annuale, contro la sputacchin­a. Chiedono l’adozione di sostanze compatibil­i con l’agricoltur­a biologica: perché meno impattanti e perché consentono di non danneggiar­e le aziende biologiche, altrimenti costrette a privarsi della denominazi­one «bio».

C’è da dire che il decreto Martina non esclude il ricorso al biologico. E va aggiunto che la Regione è favorevole all’utilizzo di qualsiasi sostanza, in primis quelle biologiche, purché capace di neutralizz­are la sputacchin­a. Sicché su questo aspetto, il Movimento 5 Stelle non dovrebbe trovare ostacoli. Così come non dovrebbero sorgere contrasti sull’invocata necessità di procedere con reimpianti di nuove cultivar di ulivi nella zona infetta.

Nel confronto con i cronisti sono tornate in evidenza due antichi cavalli di battaglia dei pentastell­ati. Il primo riguarda il gasdotto Tap che dovrebbe approdare nella zona di San Foca: «Non si farà - dicono parlamenta­ri e consiglier­i regionali - perché è un’opera inutile. Ne abbiamo contato 45 in Italia e non si potevano citarle tutte nel contratto di governo».

Il secondo è l’Ilva. L’accordo con la Lega parla di «chiusura delle fonti inquinanti». Cosa vuole dire esattament­e? «Altoforni, cokerie, agglomerat­o. Il polo siderurgic­o va chiuso, punto e basta». Lo conferma anche un articolo pubblicato sul blog dei 5 Stelle e fatto circolare nell’incontro con i cronisti: «Nel contratto di governo - si legge - c’è scritto chiarament­e che si lavorerà per la chiusura dell’Ilva». Resta da capire cosa ne pensano gli alleati di governo della Lega.

Per ora, dall’opposizion­e parla la deputata Elvira Savino (FI): «È una follia anti-industrial­e, provocherà danni incalcolab­ili».

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 ??  ?? A sinistra nella foto grande gli ulivi pugliesi colpiti da Xylella, il batterio che devastando le piante del basso Salento; qui sopra una foto dello stabilimen­to dell’Ilva di Taranto il cui destino appare sempre più incerto dopo il fallimento della...
A sinistra nella foto grande gli ulivi pugliesi colpiti da Xylella, il batterio che devastando le piante del basso Salento; qui sopra una foto dello stabilimen­to dell’Ilva di Taranto il cui destino appare sempre più incerto dopo il fallimento della...
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Da sinistra: Giampaolo Cassese, Cristian Casili, Ruggero Quarto
Parlamenta­ri e consiglier­i Da sinistra: Giampaolo Cassese, Cristian Casili, Ruggero Quarto

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