Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

Per niente Candida

- di Candida Morvillo

Cara Candida, ho 50 anni, separato da tanto, due figli che fanno l’università. Per oltre dieci anni ho avuto una compagna molto dolce, più giovane di me. So di doverle molto perché ha rinunciato a tante cose della sua gavetta e carriera per starmi vicino. Io viaggio molto per lavoro, mi piaceva che lei partisse con me, seguisse i miei appuntamen­ti, partecipas­se al mio lavoro. Questo è il motivo pratico per cui, da quando ci siamo lasciati, due anni fa mi sento in colpa. È come se la sua carriera avesse subito una battuta d’arresto mentre stavamo insieme e lei oggi, a 38 anni, fa una vita da precaria 26enne, con lavori saltuari che non le bastano per darle sicurezza. Siamo rimasti molto legati, anche adesso che io da un anno sto con una donna che ha pochi anni meno di me. La mia ex vive in un appartamen­to di mia proprietà a prezzo simbolico, ha continuato a frequentar­e i miei figli, a passare con noi serate e, a volte, feste comandate, mentre la mia attuale compagna viaggia molto per lavoro e così non sempre s’incrociano. A dire il vero, cerco di non farle incrociare. Per quanto nessuna delle due si lamenti, intuisco un certo imbarazzo reciproco. Sono paternamen­te preoccupat­o per la mia ex, che non ha trovato un nuovo uomo, fa una vita solitaria. Mi spiace molto che non abbiamo avuto un figlio. Io non lo volevo, perché ne ho già due, ma a un certo punto ci abbiamo provato, perché sentivo che per lei era giusto così. Però non è venuto e sono stato io a non voler insistere e tentare tecniche che ci potevano aiutare. Ora, da una parte, sono sollevato che sia andata così, ma vedo lei sola, sciupata dal desiderio di un bambino che di questo passo non arriverà. Tutto questo per dirti che adesso il mio dilemma è che vorrei sposarmi con la mia nuova compagna e che lei vorrebbe fare un percorso di fecondazio­ne e avere un figlio con me e anche io lo voglio. I miei ragazzi sono grandi e mi è tornata voglia di avere una famiglia. Amo molto la donna con cui sto, mi ha ridato linfa, lei è piena di vita, di iniziative, è spesso via e non vedo l’ora che torni. Non so spiegarmi perché, prima, non ho mai voluto sposare la mia ex, che l’ha sognato tanto, né perché non volevo un figlio da lei. Ma in questo momento l’unica cosa che mi frena dal buttarmi è il dispiacere enorme che darei a questa ragazza. Le ho tolto gli anni migliori, come posso giustifica­re il mio cambiament­o di prospettiv­e? Grazie.

Alberto

Caro Alberto, niente avvelena più del senso di colpa. Però, se in questo momento c’è qualcosa che può far bene alla sua ex è tagliare il cordone ombelicale con lei. Quando con affetto e civiltà le comunicher­à le sue scelte, questa ragazza sarà costretta a fare i conti con un cambiament­o di vita che non la contempla più come il porto sicuro dove trascorrer­e serate altrimenti solitarie e si deciderà a uscire, darsi una mossa, costruire una nuova relazione. Magari avrà una motivazion­e in più per dare slancio alla sua carriera ed emancipars­i anche dalla soluzione abitativa che la fa sentire ancora dipendente da lei. Se è vero che lei, Alberto, le ha tarpato lei ali, è vero anche che la sua ex gliel’ha lasciato fare. Lei è stato egoista, ma ha avuto accanto una lieta complice e, quando i sensi di colpa sono più delle colpe, sono soltanto una scusa per impedirsi di andare avanti. Solo adesso lei ha scoperto che può avere una compagna con una sua strada alla quale non si sogna di rinunciare per seguire e accudire lei. Per i suoi pregressi, è una novità e una sfida. Non si faccia condiziona­re dal passato. Diceva Voltaire che ogni uomo è colpevole di tutto il bene che non ha fatto, ma questa frase vale anche al presente e al futuro: siamo colpevoli di tutto il bene che non facciamo. Sappia anche che, alla lunga, il senso di colpa annoia, il rimpianto per ciò che potevamo fare e non abbiamo avuto il coraggio di fare, invece, devasta.

Il piacere che deriva dal male altrui si rivela senz’altro effimero

Cara Candida, ho scoperto che l’uomo di cui mi ero innamorata è sposato e me l’ha tenuto nascosto. È stato un colpo. L’ha scoperto un amico commesso di gioielleri­a che se l’è ritrovato con la moglie a comprare un regalo, manco a dirlo, costosissi­mo, mentre con me lui è uno spilorcio. Era un braccialet­to di brillanti e il mio amico ha carpito che era un regalo che lui le faceva per farsi perdonare qualcosa. Adesso capisco tutte le sue bugie, quando mi diceva che era via per lavoro e dell’appartamen­to molto spoglio in cui diceva di vivere, ma che

evidenteme­nte è solo un pied-à-terre dove porta le ingenue come me. È per questo che sto accarezzan­do l’idea di rivelare tutto a sua moglie. Di farlo seguire, vedere dove abita e presentarm­i a lei. Pregusto il momento in cui lei lo lascerà, voglio fargli male come lui ha fatto male a me, voglio che soffra in modo terribile, come io sto soffrendo. Ho quasi 40 anni e pensavo finalmente che lui fosse quello giusto per farmi una famiglia. Non c’era motivo di dirmi quelle bugie, mi ha proprio fatto credere che con me era amore, che non poteva stare lontano da me, che non aveva mai provato nulla di simile e una marea di altre cavolate. Non faccio che chiedermi perché. Per ora, ho fatto finta di nulla. Ho bisogno di tempo per mettere a fuoco se e come andare da lei. Accampo scuse, non mi faccio trovare. Ma devo decidermi ad agire, altrimenti lui capirà che qualcosa non quadra.

Tiziana

Cara Tiziana, il piacere che deriva dal male altrui è assai effimero. E questo è uno dei casi in cui si rischia di trovarsi di fronte a una moglie che non le crede, o che preferisce non credere. Non vorrei eccedere in malizia, ma bisogna considerar­e tutte le possibilit­à: certe donne hanno le bistecche su sugli occhi, ma ci vedono benissimo quando si tratta di scegliere un braccialet­to di brillanti in cambio dell’elargizion­e del proprio perdono. Lasci perdere e si sbrighi, non a vendicarsi, ma a dimenticar­e. Meditare vendetta significa soltanto mantenere vivo il dolore. La vendetta è il desiderio che coviamo quando soffriamo e siamo frustrati, ma quando passa la frustrazio­ne, passa anche il desiderio di vendetta. Si occupi, piuttosto, di capire per quale motivo l’amore aveva reso cieca lei, che si è innamorata nonostante lui facesse viaggi sospetti, vivesse in una casa sospetta, si dimostrass­e sfuggente e spilorcio. Non svii l’attenzione dall’unico problema che davvero la riguarda. Anche lei aveva le bistecche sugli occhi, ma l’ingannevol­e braccialet­to di brillanti che vedeva luccicare lei, qual era?

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Dipinto di Edward Hopper
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