Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Perché il Foggia è un’eccezione dal mago di Turi al gol di Floriano
Abbiamo sbagliato tutto: le pastette nel calcio, ossia «quel vogliamoci bene, a te serve vincere e ti faccio vincere», non esistono. Sono un luogo comune degli addetti ai lavori che, nelle ultime partite di campionato, vedono ovunque taciti accordi per non rovinare la festa a chi deve essere promosso o a chi deve salvarsi . Abbiamo sbagliato: la lealtà magari non esiste in politica. Ma nel calcio c’è. Eccome se c’è. In serie A, il Sassuolo ha complicato la qualificazione in Champions League all’Inter. In B, Il Foggia, segnando all’89’, ha stoppato la promozione diretta al Frosinone.
«Cosa avete fatto? Cosa avete fatto, disgraziati?» hanno chiesto alcuni giocatori laziali all’ex Kragl. Una domanda con il sangue avvelenato. Una beffa inattesa. Lo stadio di casa era tutto giallo-azzurro, la serie A era in tasca, spettatori, giocatori e dirigenti stavano solo aspettando il fischio dell’arbitro. Invece, un “maledetto” di nome Floriano segnava il gol del 2-2. Floriano da ammazzare subito? La maretta c’è stata, ma il presidente del Frosinone, Maurizio Stirpe, la elogiato gli avversari: «Hanno fatto il loro dovere, dando prova di onestà».
Bella pagina di pallone. Che arricchisce la storia di una squadra, il Foggia, già abbondantemente presente nella letteratura calcistica, prima con il mago dei poveri, Pugliese commendator Oronzo, capace di battere l’Inter del mago dei ricchi, Helenio Herrera. Accadeva il 31 gennaio 1965, con pronostico azzeccato da Padre Pio. E presente dopo con la mitica Zemanlandia di Zdenek Zeman. Il Foggia, pur tra alti e bassi, è una squadra a cui non sono mai piaciute le cose ordinarie. Nel suo dna ha avuto sempre i cromosomi della poesia e della fantasia.
Un collega, Pino Autunno, anni fa, scrisse: «Chiunque tu sia, sappi che, dal momento in cui deciderai di accostarti alle radici della squadra del tuo cuore, del tuo Foggia, alla fine di questo lungo e suggestivo viaggio, non rimarrai deluso. Perché, immedesimandoti in ciò che oggi il Foggia rappresenta, potrai lasciarti cogliere dall’emozione di ripensare con nostalgia a quello che questa maglia e questa straordinaria squadra sono state e hanno rappresentato nel tempo...». È vero: il Foggia, nel Sud, ha quel quid che lo differenzia. La magia dei poveri.