Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Palagiustizia, verso lo sgombero
I timori legati al sovraccarico di pilastri e travi. L’allarme del procuratore Volpe
Si fa sempre più concreta l’ipotesi di uno sgombero d’urgenza del palagiustizia di via Nazariantz, a Bari. La notizia è confermata in una nota fatta affiggere in bacheca dal procuratore, Giuseppe Volpe, dopo una consulenza per conto dell’Inail in cui vengono sollevati timori legati al sovraccarico di pilastri e travi. Entro dieci giorni dovrebbe essere completata un’altra perizia chiesta dalla Procura.
Prima il sequestro, poi la confisca. Il prossimo passo invece potrebbe essere lo sgombero. Un’ipotesi che prende consistenza a causa dei «profili di criticità» emersi dalle ultime verifiche strutturali eseguite su incarico delll’Inail, proprietario dell’immobile. A meno che non ci siano conclusioni differenti in un’altra consulenza affidata dalla Procura. Comunque sia, la lunga storia del palazzo di giustizia di via Nazariantz, già finito sotto i riflettori di tutta Italia come il primo caso di Tribunale abusivo, pare destinata ad arricchirsi di un nuovo capitolo. Che per il momento affiora in un avviso fatto affiggere in bacheca dal procuratore Giuseppe Volpe. Il quale firma una nota in cui spiega che gli uffici giudiziari di Bari, dopo una riunione straordinaria della Conferenza permanente, prendono «formalmente atto» dei risultati degli ultimi accertamenti e ritengono possibile un decreto di sgombero da parte delle autorità amministrative. In poche parole, il tempo sembra davvero scadusolai. to e la macchina della giustizia potrebbe trasferita altrove.
L’accelerata è stata impressa dalla consulenza tecnica eseguita dal professore del Politecnico di Bari Amedeo Vitone. Nello studio, articolato in svariate centinaia di pagine, si sottolineano i rischi connessi al sovraccarico di travi e pilastri. L’edificio inoltre non soddisfa i criteri antisismici e presenta criticità in fondamenta e Ma sul palazzo di giustizia di via Nazariantz pende in realtà un’altra perizia, affidata dalla Procura al professor Bernardino Chiaia, ordinario di Scienze delle costruzioni al Politecnico di Torino. La relazione dovrebbe essere trasmessa agli uffici giudiziari baresi nel giro di una decina di giorni: qualora le conclusioni dovessero convergere con quelle dell’altra consulenza e venisse effettivamente fuori la sussistenza di un pericolo concreto e immediato, scatterà subito lo sgombero su ordine della prefetta Marilisa Magno, che già sabato pomeriggio ha partecipato a una riunione con responsabili degli uffici e i dirigenti amministrativi per valutare «eventuali - così si legge nella nota affissa sulla bacheca del Tribunale interventi di urgenza».
Un altro incontro è stato convocato per questa mattina alle 10,30 in via Nazariantz. L’impressione è che a breve possa esserci una svolta, anche se sarà necessario attendere l’esito della consulenza chiesta dalla Procura. Intanto, l’Anm invoca un’accelerazione sulla realizzazione del nuovo polo della giustizia e anche gli avvocati sono sul piede di guerra: forte preoccupazione viene espressa dal presidente della Camera Penale, Gaetano Sassanelli, mentre il presidente dell’Ordine, Giovanni Stefanì, non usa mezzi termini e dichiara che la vicenda è arrivata a «un vergognoso epilogo».
La storia del nuovo Tribunale è uno scandalo italiano che presenta anche aspetti tristemente paradossali: fu sequestrato con facoltà d’uso nel 2002 perché ritenuto abusivo, e nel 2006 fu sottoposto a confisca. Dal 2015 la competenza sugli uffici giudiziari è del ministero della Giustizia, che però ha pensato bene di non pagare l’affitto. Risultato: un debito di quattro milioni e una diffida dei proprietari. Insomma, se non ci sarà lo sgombero non è da escludere uno sfratto. Per morosità dello Stato.