Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Petruzzelli, chat, aborto: il martedì nero di Emiliano
Esce dalla chat telefonica dopo le critiche per la sua lode al programma Lega-M5S Ma poi vota contro la proposta pentastellata di una indagine sul teatro Petruzzelli
Èstato un martedì nero quello di ieri per Michele Emiliano. In Consiglio regionale saltano diverse leggi e la maggioranza si disunisce. Anzi resta disunita. Poco prima, Emiliano era uscito dalla chat dei consiglieri di maggioranza, innervosito dalle critiche interne per la sua lode al programma Lega-M5S e dalla na- scita di un «intergruppo» composto da malpancisti. Chiamato a votare la proposta dei 5 Stelle di formare una commissione d’indagine sulle fondazioni culturali della Regione - come quella del Petruzzelli, sulla quale il governatore nel 2016 aveva detto di sì - Emiliano si è opposto, astenendosi poi anche dal votare le norme sull’aborto.
Giornata convulsa in Consiglio regionale. Diverse leggi saltano, la maggioranza si disunisce e il governatore si allontana tra l’irritato e l’imbarazzato. La questione politica – con la giunta menomata e il lavoro amministrativo a rilento – sta emergendo con forza. I più critici verso Michele Emiliano fanno arrivare alle orecchie del governatore l’intenzione di istituire un “intergruppo” per affrontare questioni relative al «rapporto tra politica e scienza» (in primis vaccini e xylella, su cui Emiliano ha assunto posizioni non sempre allineate al centrosinistra). Vi vogliono aderire Fabiano Amati, Sergio Blasi, Ruggiero Mennea, Donato Pentassuglia (Pd), Gianni Liviano, Mario Pendinelli (ex emilianisti), Napoleone Cera (Udc).
Tecnicamente l’intergruppo serve a poco. Politicamente è un segnale di disturbo a Emiliano cui viene recapitato un messaggio di profondo malumore. Il governatore reagisce in due modi. Per prima cosa, di buon mattino, esce dalla chat telefonica che riunisce gli esponenti di maggioranza, dove venerdì scorso era stato duramente criticato per aver simpatizzato con il programma del governo Lega-M5S. Poi invia il fidato consigliere Giovanni Procacci a tentare di rabbonire Liviano, cui è stata consegnata una minaccia di dimissioni del governatore. «Attenzione – questo il messaggio, in verità non nuovo – perché Michele potrebbe dimettersi e mandare tutti a casa». Non serve, Liviano rimane imperturbabile e così anche gli altri, cui era stata comunicato il dialogo con l’ambasciatore di Emiliano. Conclusione: la maggioranza resta disunita.
Gli effetti si vedono in Aula. La giornata comincia tranquilla, finisce in agitazione. Ci sono quattro leggi di variazione al bilancio da approvare. La prima è votata all’unanimità, anche le opposizioni a favore: garantisce altri 20 milioni agli assegni di cura per i malati gravissimi. Si uniscono ai 30 già stanziati e ad altri 9,5 milioni trovati tra le economie degli anni passati. In totale ci sono 60 milioni da spendere e il governatore può esprimere la propria soddisfazione davanti alle famiglie dei malati: «Impegno mantenuto». Subito dopo passa lo stanziamento di 4 milioni per il pozzo senza fondo dei consorzi di bonifica. Il centrodestra vota a favore («per responsabilità verso i dipendenti, che rischierebbero altrimenti di non vedersi pagare gli stipendi») ma critica i ritardi nella messa a regime dei consorzi. Non vengono approvate, viceversa, le altre due leggi di variazione al bilancio (sentenze dei tribunali sfavorevoli alla Regione). Occorre, come per tutte le norme finanziarie, la metà più uno dei consiglieri. Il centrosinistra non ce l’ha. Solo un piccolo incidente di percorso in un caso (due consiglieri in toilette). Nella seconda occasione pesa l’astensione di Pendinelli e Liviano. Leggina poco importante, beninteso. Ma è un chiaro segno verso la giunta, cioé Emiliano.
Il governatore resta protagonista anche nel resto del Consiglio. Viene bocciata la proposta dei 5 Stelle di istituire una commissione di indagine sulle fondazioni culturali controllate dalla Regione (come quella del Petruzzelli, di cui Emiliano è stato presidente). Il centrosinistra vota contro, anche il governatore.
Gianluca Bozzetti (M5S) irride: «Emiliano aveva detto nel 2016 di essere a favore della commissione per “eliminare le opacità”. Evidentemente non è così interessato a fare luce». Sarcastico il commento di Ignazio Zullo (Dit). «Vista la sintonia tra Emiliano e 5 stelle – dice – ci saremmo aspettati che anche il centrosinistra votasse a favore».
Arriva un altro scoppio con la proposta avanzata da Mino Borraccino (Noi a sinistra) di approvare norme per rendere fruibile la legge 194 sull’aborto (nessuna consigliera è intervenuta nel dibattito). Legge inutile e pleonastica, dicono i 5 Stelle e il centrosinistra. Il problema sono le culle vuote, dice il centrodestra. Votano per il Sì il proponente e i suoi compagni di gruppo, Santorsola e Colonna. Borraccino attacca: «Emiliano è uscito dall’Aula senza votare. Non ci consente neppure di sapere come la pensa». Via libera, invece, alla proposta di legge presentata dal gruppo di Puglia con Emiliano: consente il comodato d’uso gratuito per beni della Regione a favore di enti no profit.
Sinistra Le critiche di Noi a Sinistra per essere uscito dall’Aula nel momento di votare le norme sull’aborto
Leggi finanziarie Manca per due volte la maggioranza per le leggi di variazione al bilancio