Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Ilva, riparte il confronto con Arcelor
Ripartito il confronto. Oggi a Taranto i funerali dell’operaio dell’indotto
Una lunga giornata di trattativa ha caratterizzato la ripartenza del confronto tra sindacati e Arcelor Mittal, la multinazionale dell’acciaio intenzionata ad acquisire l’Ilva di Taranto. Il tavolo è rimasto aperto fino a tarda sera. L’obiettivo è arrivare ad un accordo da presentare, pronto e confezionato, al nuovo governo.
Nelle ultime ore i contatti fra le parti erano stati riavviati. Perché, al di là delle chiusure, acquirente e sindacati hanno la necessità di dare un futuro sostenibile all’Ilva. Soprattutto in vista dell’avvio del nuovo governo che del siderurgico più grande d’Europa non ha ancora idee chiare. A Roma, nella sede unitaria di Fim-Cisl, Uilm-Uil e FiomCgil, i sindacati sono tornati a parlare di intese su organici e livelli retributivi: al tavolo ha preso parte Geert Van Poelvoorde, ceo di Mittal Europa in aggiunta alla delegazione della multinazionale dell’acciaio. L’intento dei rappresentanti dei lavoratori è di garantire un futuro occupazionale a tutti i dipendenti. E soprattutto anche dopo il 2023 (data di conclusione del piano industriale). In realtà i sindacati vogliono testare la reale intenzione di ArcelorMittal di arrivare a una soluzione condivisa.
La discussione sulle prospettive dell’Ilva inevitabilmente tocca il profilo politico e la necessità di non procedere con soluzioni, come la chiusura incondizionata, che spingano il territorio tarantino nel caos. Tanto che Annamaria Furlan, segretario generale della Cisl, ha chiesto di agire con equilibrio. «Su Ilva — ha commentato Furlan a margine di un convegno sul trasporto aereo — siamo davvero molto preoccupati per il destino di 20 mila lavoratori tra azienda e indotto, per la centralità dell’azienda nell’economia di Taranto, della Puglia e dell’Italia. La nostra capacità di produrre acciaio di grande qualità ci rende protagonisti del mercato internazionale e l’Italia non può farne a meno: avremmo ripercussioni davvero drammatiche». «Solo uno stabilimento in funzione farà bonificare l’area — ha aggiunto Francesca Re David, segretario generale della Fiom Cgil — non ci sarà nessuna bonifica se non c’è uno stabilimento produttiche vo». L’allarme per l’Ilva scatta anche in Liguria dove le dichiarazioni del M5S su una chiusura degli stabilimenti mette in allarme il governatore Giovanni Toti: «Non sono preoccupato per Beppe Grillo se gli operai Ilva marceranno sotto casa sua, la strada è in salita, fa bene al fitness. Credo l’Ilva sia un bene intoccabile, vale un punto del Pil del nostro Paese e l’acciaio è un settore strategico». No alla «chiusura programmata» arriva anche dal Codacons che critica il contratto di Governo M5S-Lega schierandosi per una riconversione dell’impianto trasformandolo da carbone a gas.
Intanto, il sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci, in occasione dei funerali di Angelo Raffaele Fuggiano, il 28enne dipendente della Ferplast (appalto Ilva) morto giovedì mattina in un incidente nel reparto Impianti marittimi (Ima) ha proclamato il lutto cittadino. Contestualmente viene rivolto l’invito ai «concittadini a osservare un minuto di raccoglimento in concomitanza all’inizio della celebrazione funebre che si svolgerà alle ore 15.30 nella chiesa di San Domenico Maggiore».