Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Conte o Di Maio? Tra delizie e ulivi Vespa ci beve su
Il conduttore di «Porta a Porta» a Turi per una degustazione con le sue otto etichette di vini
Il felice incontro di due mondi distanti e diversi può in taluni casi produrre frutti di inaspettata bontà. Stiamo parlando di un celeberrimo personaggio televisivo innamorato dell’enologia e del suo folgorante incontro con il territorio pugliese, dove è riuscito a realizzare un sogno religiosamente conservato per anni nel cassetto. È così che un protagonista assoluto del giornalismo (non solo) Rai, come Bruno Vespa, ha scelto quel meraviglioso tratto dell’agro tarantino che da Manduria si allunga verso Avetrana, da secoli deputato a far maturare uve ricche di succo, per fondare un’azienda vinicola di tutto rispetto: la Bruno Vespa & Figli, con ben otto etichette al suo attivo che sono espressione dei più significativi vitigni autoctoni, dal Primitivo di Manduria al Fiano del Salento, dal Negroamaro al Nero di Troia. Un colpo di fulmine, un amore a prima vista che lo stesso Vespa sa raccontare meglio di chiunque altro: «Mi piace coccolare con lo sguardo i germogli, accarezzare i grappoli, aspettare con ansia l’imbottigliamento, scrutarne il colore quando il vino scende nel bicchiere, interpretare i primi profumi, godere dell’esuberanza della giovinezza, il piacere della maturità, la tenerezza dell’invecchiamento». Un amore che è apparso evidente al numeroso pubblico di giornalisti, produttori e ristoratori intervenuti alla serataevento di degustazione di lunedì 21 maggio, complice la fascinosa cornice di Menelao alle Cummerse di Michele Boccardi a Turi. Qui l’atmosfera è resa suggestiva dalla presenza di queste costruzioni contadine, le cummerse appunto, perfettamente riprodotte e disposte nel verde in modo da formare una sorta di borgo rurale. E in modo da consentire agli ospiti di seguire un percorso del gusto che si è trasformato in un’interessante esperienza di cultura enogastronomica, con in mano un calice di vino da sorseggiare tra gli ulivi, prima di scegliere tra le tante prelibatezze vezzosamente messe in mostra nelle diverse casette del borgo e provenienti da ogni parte della regione. Se lo spumante brut metodo classico Noitre risulta bene abbinato ai latticini e al canestrato di Turi, nonché al capocollo di Martina Franca; il fresco e morbido rosato Flarà, Negroamaro e Aleatico, può annaffiare, con la sua pronta beva, un piatto tipico come la classica purea di fave con le cicorie selvatiche. Mentre il Bianco dei Vespa, che non fa nessuna fatica a rivelare le sue origini di Fiano del Salento, induce a virare verso il settore ittico, caratterizzato dalle delizie pescate a Savelletri, e accompagnate dal solido sostegno del pane e delle focacce di Altamura. Si sale quindi di intensità con i generosi rossi: tra il giovane Primitivo Raccontami, che sembra promettere una splendida evoluzione, e che già ora presenta un elegante e armonioso equilibrio, e il prodotto di nicchia Helena, con le sue sole 6 mila bottiglie di Nero di Troia. Si tratta delle due punte di diamante dell’azienda, non a caso proposte al momento delle carni alla griglia e delle squisite orecchiette al pomodoro preparate dallo chef della struttura. Subito prima di chiudere con un insolito dessert, i salentini Fichissimi, che sono proprio dei deliziosi fichi ricoperti di cioccolato fondente.