Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

Anche i bambini del Libertà lanciano la sfida alla mafia

- Semeraro

Numerose le manifestaz­ioni che si sono tenute ieri a Bari in occasione del 26esimo anniversar­io della strage di Capaci. Al rione Libertà una manifestaz­ione dei residenti per sensibiliz­zare le istituzion­i ai problemi del quartiere. Tra loro anche tanti bambini che hanno sfilato con palloncini colorati. È stata dedicata a Stefano Fumarulo, dirigente regionale della sezione antimafia sociale scomparso l’anno scorso, la cerimonia che si è tenuta in corte di Appello.

È stata dedicata a Stefano Fumarulo, dirigente regionale della sezione antimafia sociale scomparso nell’aprile del 2017 all’età di 38 anni, la cerimonia di commemoraz­ione della strage di Capaci nell’aula magna della Corte di Appello di Bari. Erano presenti, tra gli altri, i genitori di Fumarulo, ai quali è stato conferito un riconoscim­ento per il suo impegno nell’antimafia sociale. «Stefano Fumarulo appartiene alla schiera di coloro che hanno dato verità alla grande intuizione di Giovanni Falcone», ha detto il presidente della Corte di Appello, Franco Cassano, ricordando il magistrato siciliano ucciso dalla mafia.

«Credo che la mafia, se dovesse fare un bilancio dell’iniziativa di uccidere Falcone e Borsellino, - ha detto il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano - oggi concludere­bbe che ha fatto il peggiore errore che potesse immaginare, perché da allora questo Paese si è davvero unito nel contrasto alle organizzaz­ioni criminali. La storia di Stefano Fumarulo, - ha continuato - raccontata ai tanti rano gazzi delle scuole presenti nell'aula magna della Corte d'Appello, si è intrecciat­a a quella di Giovanni Falcone e di tutti quegli uomini e quelle donne che hanno scelto nella loro vita, tra bene e male, da che parte stare».

Sempre in occasione del 26mo anniversar­io della strage di Capaci, il sindaco di Bari ieri mattina ha deposto una corona di alloro sotto la targa stradale, in via Falcone e Borsellino, dedicata ai due magistrati uccisi dalla mafia. «So- passati 26 anni da quel 23 maggio in cui l’Italia intera restò senza fiato di fronte alle prime immagini della strage di Capaci - ha dichiarato Decaro - in questi giorni, durante un’intervista, mi hanno chiesto cosa avrei voluto dire ai ragazzi che non erano ancora nati negli anni in cui sono state compiute le stragi di Capaci, e poco dopo, di via D’Amelio. A loro vorrei raccontare le mie impression­i di quei giorni, lo sgomento e la paura provati davanti alle immagini devastanti che passavano in tv. È giusto che tutti, ancora oggi, sappiano cos’è accaduto 26 anni fa non solo a Capaci, ma in tutto il Paese. Perché l’attentato costato la vita a Giovanni Falcone, Francesca Morvillo, Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro non è stato rivolto solo contro il sistema giudiziari­o italiano, ma è stato un attacco sferrato al cuore del nostro Paese». Un’altra manifestaz­ione in ricordo della strage, ieri pomeriggio, al quartiere Libertà di Bari. Nell’area della chiesa del Redentore tanti bambini del quartiere hanno letto i «contropizz­ini» (i messaggi ai mafiosi) e poi hanno sfilato con palloncini colorati. L’iniziativa «Occupiamo piazza del Redentore contro le Mafie» è stata organizzat­a dal Movimento per l’Antimafia di Base. I cittadini del Libertà si sono mobilitati per sensibiliz­zare le istituzion­i ai problemi del quartiere.

Anche il consiglio regionale della Puglia ha commemorat­o le vittime della strage con un minuto di raccoglime­nto.

La dedica La cerimonia all’Università è stata dedicata a Stefano Fumarulo, noto per l’impegno sociale

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