Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Senza fare il Robespierre cambi l’economia da Sud
Un uomo del Sud espresso da un partito che al Sud ha fatto il pieno di voti. Due dati di fatto che parlerebbero da soli, se non fosse che ce n’è un altro da mettere in conto.
Per la prima volta nella storia repubblicana, il presidente del consiglio dovrebbe avere il ruolo di esecutore delle indicazioni di due suoi ministri, sembra dell’Interno e del Lavoro. E questi due ministri hanno scritto un programma-contratto di governo in cui le politiche per il Mezzogiorno semplicemente non ci sono. Si rimanda tutto ad un dato che sarebbe persino scontato - lo sviluppo del Paese sarà lo sviluppo di tutte le sue parti - se non fosse che finora è andata esattamente al contrario. L’Italia ha corso e rallentato sempre e solo «a due velocità». Gli anni della crisi, anzi, hanno determinato un drammatico approfondimento del fossato fra diverse aree del territorio nazionale, al punto che oggi, mentre si affaccia la ripresa, il triangolo industriale del nord va verso il ritorno alla piena occupazione mentre in molte zone del Mezzogiorno i tassi di disoccupazione sono ai massimi storici.
Tutto questo è avvenuto per un insieme di fattori fra cui spicca un colossale abbaglio: pensare che rispettare i severi vincoli di bilancio europei non avrebbe stroncato la già fragile sopravvivenza dell’economia meridionale; pensare che lo spread basso servisse a qualcosa in territori dove il deficit di infrastrutture e servizi aveva da sempre ostacolato lo sviluppo e dove quindi i trasferimenti statali avevano fatto da compensazione e ammortizzatore sociale.
Aver sottovalutato l’impatto delle manovre anti-crisi sul Sud è stato probabilmente il principale motivo del crollo del Pd. E’ legittimo pensare che il presidente in pectore, Giuseppe Conte, il suo partito e la sua maggioranza non vogliano seguire lo stesso percorso.
Quindi, più che l’avvocato del popolo modello Robespierre, (cui peraltro non portò bene), un giurista raffinato come Conte dovrà cercare di essere l’uomo che cambia le priorità economiche nazionali, e senza troppo contare sulle iniziative calate dall’alto, che avrebbero comunque un sapore parziale e assistenziale. Nei progetti della pubblica amministrazione che hanno i migliori esiti, sono sempre in evidenza il partenariato e la partecipazione civica, che in pratica equivalgono al coinvolgimento effettivo e attivo, accanto alle istituzioni, di imprese e cittadini. Sia chi ha votato i partiti di maggioranza sia chi non li ha votati, sarebbe favorevolmente sorpreso da una legislatura che parte da Sud.