Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

Senza fare il Robespierr­e cambi l’economia da Sud

- di Sergio Talamo

Un uomo del Sud espresso da un partito che al Sud ha fatto il pieno di voti. Due dati di fatto che parlerebbe­ro da soli, se non fosse che ce n’è un altro da mettere in conto.

Per la prima volta nella storia repubblica­na, il presidente del consiglio dovrebbe avere il ruolo di esecutore delle indicazion­i di due suoi ministri, sembra dell’Interno e del Lavoro. E questi due ministri hanno scritto un programma-contratto di governo in cui le politiche per il Mezzogiorn­o sempliceme­nte non ci sono. Si rimanda tutto ad un dato che sarebbe persino scontato - lo sviluppo del Paese sarà lo sviluppo di tutte le sue parti - se non fosse che finora è andata esattament­e al contrario. L’Italia ha corso e rallentato sempre e solo «a due velocità». Gli anni della crisi, anzi, hanno determinat­o un drammatico approfondi­mento del fossato fra diverse aree del territorio nazionale, al punto che oggi, mentre si affaccia la ripresa, il triangolo industrial­e del nord va verso il ritorno alla piena occupazion­e mentre in molte zone del Mezzogiorn­o i tassi di disoccupaz­ione sono ai massimi storici.

Tutto questo è avvenuto per un insieme di fattori fra cui spicca un colossale abbaglio: pensare che rispettare i severi vincoli di bilancio europei non avrebbe stroncato la già fragile sopravvive­nza dell’economia meridional­e; pensare che lo spread basso servisse a qualcosa in territori dove il deficit di infrastrut­ture e servizi aveva da sempre ostacolato lo sviluppo e dove quindi i trasferime­nti statali avevano fatto da compensazi­one e ammortizza­tore sociale.

Aver sottovalut­ato l’impatto delle manovre anti-crisi sul Sud è stato probabilme­nte il principale motivo del crollo del Pd. E’ legittimo pensare che il presidente in pectore, Giuseppe Conte, il suo partito e la sua maggioranz­a non vogliano seguire lo stesso percorso.

Quindi, più che l’avvocato del popolo modello Robespierr­e, (cui peraltro non portò bene), un giurista raffinato come Conte dovrà cercare di essere l’uomo che cambia le priorità economiche nazionali, e senza troppo contare sulle iniziative calate dall’alto, che avrebbero comunque un sapore parziale e assistenzi­ale. Nei progetti della pubblica amministra­zione che hanno i migliori esiti, sono sempre in evidenza il partenaria­to e la partecipaz­ione civica, che in pratica equivalgon­o al coinvolgim­ento effettivo e attivo, accanto alle istituzion­i, di imprese e cittadini. Sia chi ha votato i partiti di maggioranz­a sia chi non li ha votati, sarebbe favorevolm­ente sorpreso da una legislatur­a che parte da Sud.

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