Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

Sulla rotta di San Nicola spunta l’antico porto Trovati numerosi reperti

I ricercator­i sulla rotta di San Nicola, straordina­ri i risultati delle immersioni

- di Mauro Denigris

La ricerca è partita sulle tracce dei 62 marinai che portarono a Bari le ossa di San Nicola ma sta rivelando uno spaccato di storia della città e dei suoi approdi molto più antico e finora poco conosciuto. Dopo aver scandaglia­to, nel 2013, la baia di San Giorgio, dove secondo le cronache di Niceforo e Giovanni Arcidiacon­o ci fu la penultima tappa del viaggio iniziato da Myra con le sacre reliquie, una equipe di una quindicina di studiosi e ricercator­i pugliesi ha approfondi­to le analisi in un tratto di mare a non molta distanza dalla Basilica del Santo e da quello che un tempo era il pretorio con la sede del catapano.

Dopo una prima ricognizio­ne nel 2017, i ricercator­i sono tornati ad immergersi ieri e hanno riportato a galla resti di anfore e altre ceramiche che abbraccian­o un periodo che parte dalla metà del VI secolo a. C. e arriva fino all’Alto Medioevo. Vi sono resti di anfore corinzie, destinate al trasporto del vino o dell’olio, ceramiche focesi e altro materiale di grande interesse, il tutto incastrato in grossi blocchi. «Come succede sempre le città portuali sono crocevia non solo di merci ma anche di razze, culture e religioni e proprio l’episodio religioso, documentat­o storicamen­te, dell’approdo delle ossa di San Nicola, ci ha spinto ad avviare questa ricerca – spiega il responsabi­le scientific­o del progetto, il professor Giacomo Disantaros­a della Cattedra di Archeologi­a dei paesaggi costieri dell’Università di Bari – . Ero incuriosit­o dal fatto che questo tratto costiero della Puglia centrale non avesse fornito dati come il Nord e il Sud. E così abbiamo unito le due cose e iniziato a cercare. E devo dire che il mare sta restituend­o tracce di storia ben oltre le aspettativ­e. Quella che stiamo cercando di mappare è una zona che era probabilme­nte un’antica area portuale della città di Bari, non molto distante in linea d’aria dalla Basilica di San Nicola e di Santa Scolastica. Il fondale sta restituend­o reperti interessan­tissimi caratteriz­zati in strutture sommerse. Non è escluso ci sia un antico molo, anche se su questo dobbiamo ancora lavorare. Accanto c’è un tappeto di ceramica e altri materiali che ci raccontano come questo antico approdo sia stato frequentat­o sin dalla metà del VI secolo a. C. fino ovviamente ai giorni nostri».

Il progetto, finanziato con fondi regionali, è finalizzat­o a ricostruir­e il sistema portuale da Bari a Bisceglie fra l’antichità e il medioevo ed è coordinato dal professor Giacomo Disantaros­a e dal Dipartimen­to di Studi Umanistici. A testi- moniare l’importanza dello studio interdisci­plinare, di cui si parlerà anche nell’ambito del “Festival della letteratur­a del mare”, vi è però anche la partecipaz­ione del Dipartimen­to di Biologia e di quello di Scienze della Terra e Geomabient­ali sempre dell’Università di Bari, oltre che della Soprintend­enza guidata da Luigi La Rocca con la sezione di archeologi­a subacquea , del Centro sub di Corato e della Capitaneri­a di Porto. Il lavoro dell’equipe è però tutt’altro che finito. Nei prossimi mesi gli archeosub si immergeran­no di nuovo per una vera e propria campagna di scavo e per verificare le ipotesi. Non può essere escluso del tutto, infatti, che vi possa essere un antico relitto, benché questa non sia la tesi più accreditat­a. Ma poi si sposterann­o in altre zone, perché le aree di potenziale interesse individuat­e al largo di Bari sono almeno quattro.

Per giungere alla conclusion­e degli studi occorreran­no probabilme­nte alcuni anni, ma dai primi risultati si può già dire che il porto (ma sarebbe più corretto dire i porti a questo punto) di Bari, hanno avuto una importanza strategica e una frequentaz­ione probabilme­nte anche maggiore di quanto le fonti storiche abbiano pur attestato fino ad ora.

Il Santo di Myra

Lo studio è partito dalla traversata dei 62 marinai con le ossa di San Nicola

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In queste immagini i ricercator­i dell’Università di Bari impegnati nelle immersioni dinanzi alla Basilica di San Nicola e alcuni dei reperti trovati fino a questo momento
Studiosi In queste immagini i ricercator­i dell’Università di Bari impegnati nelle immersioni dinanzi alla Basilica di San Nicola e alcuni dei reperti trovati fino a questo momento

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