Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Bellezze e problemi racchiusi tra due mari
La nuova stagione turistica Tra realtà consolidate come Lecce, Ostuni e Gallipoli si fanno sempre più spazio Brindisi e Taranto e i loro tesori
Tra conferme e new entry, ecco arrivare una nuova estate. Che nel Salento significa soprattutto turismo. Ma non solo. Spesso significa anche contraddizioni e difficoltà a interpretare il nuovo o, più semplicemente, incertezza su come gestire il cambiamento.
Gli esempi sono tanti. Dalla invasione chiassosa e senza regole delle spiagge di Gallipoli ai procedimenti giudiziari per abusivismo che ne sono conseguiti, dalla conferma del traffico crocieristico a Brindisi alla lenta ma costante crescita di Taranto.
La zona meridionale della Puglia sta nuovamente per essere presa d’assalto e questa è una certezza. Un boom che è ancora l’onda lunga della efficace promozione a livello internazionale costruita e voluta dalla decennale amministrazione sotto la guida di Nichi Vendola, moltiplicata dall’effetto globalizzante della rete, del passaparola e dei social. Resta ferma, però, l’impressione che le amministrazioni locali non abbiano ancora ben chiaro come gestire questo fenomeno sempre crescente.
Gli aeroporti di Bari e Brindisi continuano a essere parte importante di questa crescita. Anche la rete ferroviaria, sia quella nazionale che quelle regionali stanno contribuendo a rendere più raggiungibili i tanti comuni pugliesi. Restano, però, troppe criticità. A cominciare dalla rete stradale a sud di Lecce per finire con i collegamenti tra i due mari che bagnano il tacco d’Italia, il mar Adriatico e il mar Jonio. Solo un dedalo di sconnesse strade provinciali collega le due sponde e per chi non è del posto, avventurarsi nella “traversata” è quasi impossibile.
Tra le cose positive ci sono sicuramente da ricordare realtà ormai consolidate come la Valle d’Itria, la città di Lecce con il suo ricco barocco, i paesini costieri del sud Salento con la ricchezza delle loro tradizioni e un mare da incanto. Anche Taranto e Brindisi, in questi anni costrette a sgomitare per farsi largo tra i colossi del turismo come Lecce, appunto, Ostuni, Cisternino, Martina Franca e Fasano, stanno cominciando a trovare una propria dimensione. Nel capoluogo jonico la fanno da padroni il MarTa, il museo archeologico nazionale, e il Castello Aragonese. Il primo rinvigorito da un allestimento intelligente e mai ripetitivo, arricchito da pannelli informativi e foto d’epoca degli scavi e da un personale gentile, disponibile e visibilmente appassionato. Già nei primi mesi primaverili le sale si riempiono di gruppi di turisti abbagliati dai meravigliosi Ori di Taranto e incantati da un racconto storico che attraversa i millenni come in un sol fiato. Il Castello, poi, aperto dal mattino a notte fonda senza soluzione di continuità è la chicca del percorso turistico della città. Anche Brindisi fa la sua parte. La Msc ha confermato lo scalo settimanale del lunedì della sua nave da crociera Musica, alla quale spesso si affiancano navi di altre compagnie. L’accoglienza va via via perfezionandosi e i turisti apprezzano le bellezze nascoste della città, dal Museo diocesano al Tempietto di San Giovanni al sepolcro, dalle colonne romane al Duomo. Anche sul litorale si sta investendo sempre di più, grazie soprattutto all’iniziativa dei privati. Lidi sempre più belli e ben attrezzati, il porticciolo turistico che è tornato a ospitare il Salone nautico Snim e perfino l‘amministrazione comunale, che ha deciso di metter mano al progetto di recupero della ex spiaggia degli ufficiali della Marina militare, rimasta abbandonata per decenni e tanto vicina alla città da poter diventare il lido alla portata di tutti.
Un tessuto ricco, dunque, sul quale c’è ancora tanto da tessere. Senza dimenticare, però, che mancanza di programmazione e improvvisazione possono portare a danni irreparabili e a processi di involuzione difficili da fermare.