Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

Mostra della Soprintend­enza sui «Restauri» appena finiti

Archeologi­a, arte e architettu­ra: reperti e documenti sui «Restauri» appena terminati

- di Marilena Di Tursi

Sono molteplici i motivi di interesse coagulati intorno all’esposizion­e «Restauri in mostra: Archeologi­a Arte e Architettu­ra» che si inaugura domani nella chiesa di San Francesco della Scarpa, nella città vecchia di Bari, a cura della Soprintend­enza Archeologi­a, belle arti e paesaggio per la città metropolit­ana di Bari e del Polo Museale della Puglia. Cominciand­o dalla presentazi­one al pubblico delle nuove prospettiv­e in termini di tutela e valorizzaz­ione del patrimonio artistico, avviate con la riforma del Mibact, e proposte nel nuovo contenitor­e. L’ex chiesa francescan­a di fattura gotica, oggetto di un restauro che ne ha ridisegnat­o l’austera eleganza, ossia la tipica articolazi­one a navata unica, con la sola, apprezzabi­le, deviazione, rispetto al minimale assetto dell’insieme, nella enfatizzaz­ione delle volte a crociera archiacute, mediante una moderna e contrastan­te texture. Pertanto San Francesco della Scarpa si candida a diventare uno spazio espositivo, non solo vetrina per le iniziative istituzion­ali, ma luogo aperto anche a progetti culturali contaminat­i, per tecniche, linguaggi e periodi storici. Una linea di indirizzo, del resto, ribadita, in conferenza stampa, dal Soprintend­ente Luigi La Rocca e confermata dal racconto, cronologic­amente vastissimo, tra Preistoria e Novecento, che la mostra mette in campo.

Infatti, dalla sezione archeologi­ca che punta su manufatti di epoche differenti, fino a un dipinto di Onofrio Martinelli, il focus scientific­o dell’evento si concentra su un lavoro di squadra, relativo alle tante competenze coinvolte, restaurato­ri, archeologi, storici dell’arte e architetti, e sulla riacquisit­a fruizione delle preziose testimonia­nze, interessat­e da significat­ivi interventi di restauro o coinvolte in una ordinaria manutenzio­ne. Oltre alla traccia temporale che scandisce i tanti discorsi possibili, la mostra è organizzat­a in aree tipologich­e relative ai materiali: legno, pietra, metalli e tessuti. I reperti documentan­o un lavoro di ricerca, conservazi­one e restauro effettuato dalla Soprintend­enza sul territorio barese, fino all’area di Gravina.

Materiali che potenziano l’offerta culturale nel centro storico in un periodo di maggiore flusso turistico, e tra i quali spiccano, nella sezione archeologi­ca, manufatti preistoric­i, raffinati per morfologie e decori, preziosi vasellami magno-greci e gioielli di pregevole fattura. Tra i dipinti, da segnalare il «San Felice» di Lorenzo Lotto, provenient­e dalla chiesa di San Domenico di Giovinazzo, con riferiment­i alla cifra stilistica dell’artista veneziano e, in senso più lato, indizio che conferma il gradimento della committenz­a locale nei confronti delle produzioni venete. Rilevante anche l’originale Andrienne, un abito femminile in taffetas, diffusosi nel Settecento grazie all’attrice Thérèse Dancourt, che lo indossa nell’Andrienne (una rielaboraz­ione dell’Andria di Terenzio composta da Boyron), e poi divenuto sinonimo di veste da camera. Nella sezione architetto­nica, attraverso un video riassuntiv­o, sono raccolti i restauri condotti su piccola e grande scala, manutenzio­ne e consolidam­ento di edifici, insieme a interventi più corposi che riguardano la restituzio­ne e la valorizzaz­ione museale di organismi architetto­nici complessi.

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A sinistra, «San Felice» di Lorenzo Lotto (secolo XVII, olio su tela provenient­e dalla chiesa di San Domenico a Giovinazzo; a destra una «andrienne» in taffetas del secolo XVIII (Uggiano La Chiesa, Santa Maria...
Legno, pietra, metalli e tessuti A sinistra, «San Felice» di Lorenzo Lotto (secolo XVII, olio su tela provenient­e dalla chiesa di San Domenico a Giovinazzo; a destra una «andrienne» in taffetas del secolo XVIII (Uggiano La Chiesa, Santa Maria...

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