Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

Caroppo, leghista del Sud «Ma quale fuga dall’euro, vogliamo un’Unione più equa con il meridione»

- Di Francesco Strippoli

Circola una teoria complottis­ta sulla drammatica crisi istituzion­ale italiana. È la seguente: la reazione così estrema di Lega e M5S, nei confronti del presidente della Repubblica, sarebbe fomentato da un soggetto esterno. Per esempio una potenza come la Russia, che ha interesse a destabiliz­zare l’Ue e l’euro, in chiave anti-americana. Di Maio e Salvini si sono dichiarati più volte a favore della Russia di Putin. E questo alimenta la teoria.

Lei, Andrea Caroppo, segretario pugliese della Lega, cosa ne pensa?

«Penso che sia, appunto, una teoria complottis­ta. Priva di qualsiasi fondamento. La Lega non si muoverebbe mai sulle sollecitaz­ioni esterne di chicchessi­a. La Lega si muove sulla base del proprio programma elettorale, votato dal 17% degli italiani. Se lo ricorda cosa c’era scritto»?

Dica lei.

«C’era scritto che l’Italia e l’Ue non sono il migliore dei mondi possibili. E che, pertanto, fosse assolutame­nte ragionevol­e prevedere la revisione dei trattati. Un principio che è stato trasfuso nel conl’economia tratto di governo stipulato con la Lega. Quando noi diciamo ”prima gli italiani” non intendiamo cacciare gli immigrati, intendiamo dire che occorre riacquisir­e la sovranità e affidarla agli italiani».

Non c’era scritto, però, che si prevedeva l’uscita dall’euro.

«Nessuno lo vuole e nessuno lo ha scritto. La nomina di Paolo Savona a ministro del- non avrebbe significat­o l’uscita dall’euro. Del resto Savona ha avuto modo di ribadirlo anche nelle ultime ore. L’Ue è fortemente da rivedere, anche nelle politiche monetarie, ma senza uscire dalla moneta unica».

L’uscita era il cosiddetto piano B di Savona, molto chiaro.

«Se non ti presenti a trattare con potere contrattua­le forte,

poi è difficile ottenere quello che hai previsto nel piano A. E che per noi significa avere una Europa più equa, soprattutt­o condizioni migliori a favore degli Stati del Sud, come l’Italia».

Non era più facile lottare per questi obiettivi dal governo, piuttosto che rovesciare il tavolo?

«Se l’obiettivo fosse stato occupare delle poltrone staremmo al governo da tempo. Se ci siamo messi nelle condizioni di rinunciare ad incarichi prestigios­i alla guida del Paese è perché è stato superato un limite. È stata messa in atto un’ingerenza insopporta­bile che ha colpito una persona specchiata, come il professor Savona».

Condivide le parole di chi ha invocato l’impeachmen­t del presidente Mattarella o evocato di colpi di Stato?

«La Lega è rimasta sempre nel solco di ciò che prevede la Costituzio­ne. Qualcuno chiede che Mattarella venga assassinat­o? La mamma degli stolti è sempre incinta, cosa potrei dire di più? La nostra posizione è semplice: siccome non c’è una maggioranz­a che possa reggere il governo dell’Italia, è giusto che si torni alle urne».

Lo fareste alleandovi con il M5S?

«Mi sembra presto per dirlo. Ad ogni modo, oggi alle 14, Salvini incontrerà i gruppi parlamenta­ri e tutti i segretari regionali. Da quest’incontro sortirà la nostra linea politica».

Cosa pensa della disputa giuridica attorno al potere di Mattarella di negare la nomina?

«Da operatore del diritto (Caroppo è avvocato, ndr) vorrei dire che qui non è in gioco una disputa giuridica. Io capisco bene che i confini di certe previsioni costituzio­nali sono sempre un po’ opinabili. Dal mio punto di vista, la ferita che è stata inferta al percorso di costruzion­e del governo è un’altra: il Capo dello Stato ha chiesto di sostituire un ministro non per ragioni di opportunit­à, ma per le idee del candidato a quella carica».

Quelle idee sono state prese in consideraz­ione per tutelare gli interessi dei risparmiat­ori e delle imprese.

«Gli interessi di chi non arriva a fine mese forse sono altri. E gli interessi delle aziende - al di là delle speculazio­ni finanziari­e momentanee - sono quelle di avere un tessuto economico che consenta loro di continuare ad operare».

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Verde di Puglia Andrea Caroppo, consiglier­e regionale della Lega

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