Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
TROPPE EMERGENZE SENZA RESPONSABILI
Affermare che in Italia l’emergenza è quotidiana non è un ossimoro ma la realtà. I terremoti non sono, allo stato attuale della scienza, prevedibili per cui quando avvengono e provocano danni determinano una situazione di emergenza che va affrontata appunto con gli strumenti propri dell’emergenza. Il problema è ben diverso quando gli eventi disastrosi sono non solo prevedibili ma sono stati ben previsti. È il caso del palazzo di giustizia di Bari da tempo dichiarato dai tecnici pericolante e oggi sgomberato perché a rischio crollo. Si invoca perciò un decreto di emergenza perché vi sono scadenze – prescrizioni, eccetera – che non si fermano e, soprattutto, perché esiste un diritto alla giustizia che non può essere calpestato per l’imperizia dei progettisti, la pigrizia dei burocrati e l’indifferenza delle autorità. Sono anni che i magistrati ed i tecnici chiamati a valutare le crescenti crepe nella struttura dichiarano la pericolosità della situazione, ciò malgrado nessuno si è mosso. Chi avrebbe dovuto ha sonnecchiato distratto. In attesa del consueto decreto ed al riparo di tendoni di fortuna, avanzati da qualche terremoto, giudici, avvocati e cittadini protestano ma fanno del loro meglio. Sono partite le inchieste ma nessuno ci ha fatto caso perché dalle nostre parti il concetto di responsabile, di qualcuno che cioè debba essere chiamato a pagare per ciò che ha fatto o che più spesso non ha fatto, non esiste. È ciò che sta drammaticamente avvenendo anche con la Xylella la cui diffusione sta ferendo a morte non solo l’economia pugliese ma anche il suo straordinario paesaggio. Mosca sputacchina a parte, le responsabilità di chi, quando era il momento, ha preferito fare comizi invece di applicare leggi e decreti sembrano sbiadire nel tentativo di scaricare sull’Unione Europea tutte le responsabilità. Responsabile è, per definizione, sempre qualcun altro.
Riferendosi alla rivoluzione industriale alcuni storici parlano di processo senza soggetto, nel nostro caso ci sono processi senza responsabili. Le responsabilità individuali, infatti, si perdono nei meandri di leggi, leggine, circolari, eccetera. Quando, infine, qualcosa sembra apparire, la memoria sbiadisce: quella giudiziaria è eliminata dalla prescrizione e quella politica dalla distrazione collettiva.
È oggi di gran moda utilizzare il lessico dell’informatica per segnalare le innovazioni: industria 4.0, impresa 4.0, scuola 4.0 ( forse un 4 secco sarebbe più opportuno ). Punto di forza del 4.0 sono i servizi in tempo reale che lo Stato e le sue articolazioni promettono di offrire. Altro che tempo reale, poterli avere in tempo decente sarebbe già una rivoluzione.