Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Ronde contro la terra dei fuochi
Situazione grave a Ceglie e Loseto. Il municipio interviene per reclutare volontari
Il quarto municipio presieduto da Nicola Acquaviva ha lanciato un bando per l’organizzazione di ronde di volontari, che saranno impegnate nei controlli delle campagne di Ceglie e Loseto dove si moltiplicano i casi di rifiuti dati dalle fiamme. È previsto un contributo di cinquemila euro per le associazioni coinvolte in questo progetto sperimentale.
Un contributo da cinquemila euro che, da giugno e fino al prossimo ottobre, sarà utilizzato dall’associazione ambientalista che si aggiudicherà il bando, per sorvegliare le campagne abbandonate che insistono sull’intero territorio del quarto municipio di Bari utilizzate come discariche abusive. Il presidente Nicola Acquaviva sceglie di agire autonomamente e proprio oggi verificherà quanti sono i gruppi di volontari che hanno scelto di mettersi in gioco per aiutare a combattere il fenomeno dei rifiuti abbandonati tra Ceglie e Santa Rita che, dati alle fiamme, sprigionano fumi potenzialmente tossici per tutti quelli che li respirano.
I cittadini, che temono per la loro salute, da anni chiedono risposte: il problema non è certo nuovo ma, per la prima volta, il municipio ha scelto di ricavare (grazie ad una variazione nel Peg) una sommetta da destinare a questo progetto, per il momento sperimentale. «L’associazione vincitrice – spiega il presidente Acquaviva – avrà il compito di effettuare vere e proprie ronde tra le stradine utilizzate come discariche. Questo intervento, che speriamo funga da deterrente, sarà svolto in collaborazione con la polizia municipale e con il comando forestale dei carabinieri».
I volontari, infatti, avranno l’esclusivo compito della vigilanza: non potranno, cioè, né sanzionare né compiere alcun atto di tipo repressivo. Subito dopo l’aggiudicazione sarà aperto inoltre un tavolo tecnico di coordinamento. Ma il quarto municipio, ribattezzato la terra dei fuochi barese, dove con ogni probabilità il fenomeno si sviluppa con modalità specifiche («presumibilmente si tratta di criminalità organizzata», il commento dell’assessore comunale all’Ambiente Pietro Petruzzelli), non è l’unico ad essere afflitto dal fenomeno. Proprio in queste ore, infatti, il comitato dei cittadini di Japigia pubblicherà una lettera aperta rivolta alle istituzioni per elencare una serie di richieste. Molti di loro già da tempo – e senza alcun contributo pubblico – si sono attivati per individuare l’esatta collocazione delle discariche a cielo aperto date alle fiamme. Tra le prime zone identificate, le campagne a ridosso del Maab: è possibile trovarvi di tutto. Cumuli di pneumatici, cavi di ogni genere, pezzi di elettrodomestici o di automobili, quintali di carta e legno. Per non parlare del materiale di risulta: tutto pronto per essere dato alle fiamme.
Anche i residenti di Japigia combattono da anni con questi odori acri che li costringono, soprattutto in estate, a serrare le finestre delle loro abitazioni. «Le puzze sono ricominciate in maniera più intensa un paio di settimane fa», spiega Beppe Dentico, componente del comitato che, però, registra un dato positivo. «Grazie al monitoraggio dell’aria effettuato da Arpa Puglia nell’ultimo anno – continua - siamo in grado di escludere con certezza la natura industriale di questi fumi». È un inizio, ma non basta. E nella lettera aperta, le altre richieste: «Chiediamo più gestione preventiva. Da un monitoraggio coordinato e sistematico – elenca Luigi Trigona, un altro componente del comitato – all’utilizzo di strumenti come il bando pubblicato da quarto municipio. Chiediamo inoltre l’individuazione di canali diretti di comunicazione con la polizia municipale, in modo da poter segnalare in tempo reale le situazioni più urgenti».
Per completare, l’utilizzo di foto-trappole, l’implementavorare. zione dei presidi delle forze di polizia e l’utilizzo di droni, così da circoscrivere ancor di più le zone interessate. Nei prossimi giorni, inoltre, insieme all’assessore Petruzzelli, saranno effettuati ulteriori sopralluoghi. «Sono molto soddisfatto di questi primi risultati – commenta Petruzzelli -, ma c’è ancora tanto da la- Mi tranquillizza sapere che, almeno su Japigia, possiamo escludere la natura industriale dei rifiuti, anche se questo non significa che non dobbiamo debellare il fenomeno, che rimane di assoluta importanza. A breve cominceremo una serie di controlli a campione su tutte le pratiche delle aziende edili: effettueremo confronti tra i piani presuntivi depositati e i formulari consegnati a fine lavori. In questo modo saremo in grado di verificare se queste ditte smaltiscono i rifiuti correttamente. Questo modo di procedere - conclude - sarà altamente produttivo perché siamo convinti che siano non poche le ditte che abbandonano nelle campagne materiale di risulta, per poi darlo alle fiamme».