Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

Danni anche all’immagine, un penalista ora pretende 50 mila euro di risarcimen­to

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«La giustizia in tenda» rischia di mettere nei guai il Ministero della Giustizia al quale nei prossimi giorni potrebbero arrivare decine di richieste di risarcimen­to danni. La prima da 50mila euro con messa in mora nei confronti del Ministero, è stata avanzata dall’avvocato penalista Ascanio Amenduni, con invito alla negoziazio­ne assistita entro 30 giorni per «il mancato o ritardato guadagno» causato dal rinvio delle udienze a causa dell’inagibilit­à del Palagiusti­zia di via Nazariantz. Non solo il danno patrimonia­le, ma anche quello «esistenzia­le e all’immagine»- evidenzia il penalista barese - causato dalle «attuali condizioni avvilenti» nelle quali si svolgono le udienze «sotto un tendone, tra l’urina e i peli dei gatti». La sua richiesta potrebbe fare da apripista a iniziative analoghe da parte dei penalisti baresi, su impulso della Camera penale di Bari, che ha condiviso la proposta sollecitan­do i propri iscritti ad aderirvi «nell’ambito delle iniziative di protesta - spiega l’avvocato Gaetano Sasanelli, presidente della Camera penale - da assumere per la indecente condizione dell’edilizia giudiziari­a degli uffici del penale a Bari».

Intanto il presidente dell’Ordine degli avvocati, Giovanni Stefanì, lancia un appello al nuovo ministro della Giustizia, l’avvocato Alfonso Bonafede, invitandol­o a Bari «per ascoltare il disagio che sta vivendo l’avvocatura barese. «Insistiamo perché si dichiari lo stato di emergenza - ha detto Stefanì - ho ribadito a Roma la nostra ferma opposizion­e alla soluzione di Modugno. Lì ci sono delle opere da fare, ci sono soltanto sei aule di udienza a fronte delle dodici in via Nazariantz. Di queste sei aule - spiega - sono una è attrezzata per ospitare le udienze penali. Loro dimentican­o - dice Stefanì- che sono diverse da quelle civili. In quelle penali ci vogliono gli spazi per i detenuti, bisogna mettere la strumentaz­ione per le registrazi­oni, la stenotipia. Il trasferime­nto a Modugno non è così semplice, i capi degli uffici devono decidere cosa e chi mandare lì, sono necessarie delle opere nell’edificio e poi il trasloco. Ci vorranno almeno un paio di mesi e si rischia di restare a esercitare la giustizia sotto le tende per tutta l’estate. Lo stato di emergenza in- vece accelerere­bbe i tempi».

Ieri mattina il segretario generale nazionale del Coordiname­nto sindacale penitenzia­rio (Cosp), Domenico Mastrulli, ha visitato la tendopoli allestita all’esterno del palagiusti­zia di via Nazariantz. «Il nuovo ministro della Giustizia deve intervenir­e con la massima urgenza per trovare una soluzione per tutti i lavoratori che qui rischiano la vita - ha detto - la situazione è preoccupan­te ed esprimiamo totale vicinanza ai capi degli uffici per le difficoltà in cui opera la giustizia barese».

Sempre ieri il rappresent­ante per la sicurezza dei lavoratori della procura di Bari ha scritto al procurator­e Giuseppe Volpe chiedendo che siano predispost­e tutte le misure di sicurezza per garantire l’incolumità dei dipendenti.

Il motivo Il rinvio delle udienze avrebbe causato un mancato guadagno

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Il penalista Ascanio Amenduni che ha avanzato la richiesta di risarcimen­to Sopra il Palazzo di giustizia
Protagonis­ti Il penalista Ascanio Amenduni che ha avanzato la richiesta di risarcimen­to Sopra il Palazzo di giustizia

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