Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Notifiche e ricorsi, stop ai processi
L’emergenza tribunale Oltre 25 mila i procedimenti pendenti. Battista (Anm): «Salteranno le direttissime» Udienze in tenda, lo spostamento da via Nazariantz causerà un ingorgo giudiziario
Una valanga di nuove notifiche che potrebbe provocare un ingorgo giudiziario senza precedenti. E una serie di ricorsi secondo la legge Pinto per non ragionevole durata dei processi: è la tempesta perfetta che aleggia sulla giustizia di Bari di fronte alla prospettiva del trasferimento da via Nazariantz, dove per il momento le udienze di rinvio si tengono nelle tre tende della Protezione civile. Intanto, il presidente dell’Anm si Bari, Giuseppe Battista, lancia l’allarme: «Con sedi sparpagliate salteranno le direttissime».
Dopo la richiesta urgente di una visita a Bari del ministro della giustizia, Alfonso Bonafede, per rendersi conto dell’emergenza, la giunta dell’Anm ha convocato un’assemblea generale per il prossimo 6 giugno alla quale parteciperà anche la giunta esecutiva nazionale dell’Anm. «Abbiamo predisposto un dossier con tutte le problematiche e, in occasione dell’assemblea, faremo il punto della situazione spiega Giuseppe Battista, presidente dell’Anm di Bari - e delle iniziative che intendiamo intraprendere. Intanto i capi degli uffici giudiziari con i quali ho parlato hanno sollecitato la visita del ministro».
Venerdì mattina al termine di un vertice che si è tenuto nel dicastero, non è stato riconosciuto lo stato di emergenza come richiesto da più parti, ma sono state individuate due sedi dove trasferire l’attività giudiziaria che al momento viene esercitata in una tendopoli allestita all’esterno del palagiustizia di via Nazariantz in fase di sgombero perché a rischio crollo. Sono stati indicati un edificio di via Brigata Bari e la sede distaccata di Modugno. «Abbiamo rappresentato più volte quali sono i problemi di quelle due sedi - aggiunge Battista - , l’immobile di via Brigata Bari non è ancora predisposto ad ospitare gli uffici giudiziari e per renderlo possibile ci vorrebbero settimane e sarebbe comunque una sede insufficiente per la sola procura della Repubblica. Per quanto riguarda Modugno abbiamo evidenziato che allo stato attuale abbiamo un «decreto di sblocco» fino al 12 settembre. Dopo quella data c’è un grosso interrogativo perché non c’è alcuna certezza che si possa utilizzare quella sede. Il 12 settembre decorrono infatti i termini di 5 anni dall’entrata in vigore del decreto legislativo 155 del 2012 che fissa in 5 anni la chiusura definitiva dell’ex sezioni distaccate. Fatte salve alcune eccezioni. Ma, a parte questi specifici profili, il tutto è subordinato alla stipula di una convenzione con l’ente Regione che a noi - spiega il presidente dell’Anm non risulta che sia stata fatta o che sia anche solo in lavorazione. C’è poi il problema degli uffici che dovrebbero stare insieme e che, con le soluzioni prospettate, si troverebbero lontani. Le direttissime per esempio. Le carte arrivano dalla procura al tribunale: un conto è che arrivino da una stanza all’altra, un altro è che debbano arrivare nei tempi ristrettissimi della convalida da un punto di Bari ad un altro. Più in generale la situazione comporterà il rischio di nullità, di decadenze e di danni processuali non rimediabili».