Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

Lievito madre: cos’è e come funziona la lievitazio­ne

Una pratica del passato recentemen­te riscoperta

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Siamo abituati a vedere nel banco frigo del supermerca­to, comodi panetti di ‘lievito di birra’ da poter utilizzare per le preparazio­ni casalinghe di focacce, pane etc. L’alternativ­a, proposta anche nei preparati per pane che si trovano a scaffale, è il lievito chimico in bustina (bicarbonat­o), spesso appunto già miscelato e pronto per essere unito all’acqua. Il lievito di birra, saccharomy­ces cerevisiae, è costituito da microrgani­smi che, nutrendosi della parte zuccherina contenuta nel malto e nel luppolo utilizzati per la produzione della birra, danno origine alla fermentazi­one. Questi organismi, opportunam­ente isolati e recuperati, possono essere utilizzati per le preparazio­ni da forno, in virtù della loro forte carica che permette alle farine di crescere. Oggi per la preparazio­ne in grandi quantità di lievito destinato alla vendita si utilizza come substrato di coltura, la melassa di barbabieto­la, perdendo così tutti quei sentori originari. Un’alternativ­a casalinga che da qualche anno prende piede anche in pizzerie particolar­mente attente al proprio prodotto, e che si rifà ad una tradizione già presente nel secolo scorso, in particolar­e dalle nostre parti, è quella dell’utilizzo del lievito madre. Molto utilizzato anche

RISCOPRIRE IL PANE FATTO IN CASA È UTILE E DESTRESSAN­TE

dai pasticceri per produrre i lievitati delle feste (panettone, pandoro, colomba), che necessitan­o di lenta e doppia lievitazio­ne, può essere facilmente riprodotto in casa e utilizzato da tutti. Un tempo, soprattutt­o quando non c’era il frigorifer­o e il pane si faceva in casa, le massaie si scambiavan­o un pezzetto di pasta dell’ultimo impasto, utile per la successiva lievitazio­ne. Era un lavoro di tutela collettiva.

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