Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

Petizioni e liti, il Pd allo sfascio

In 1.600 chiedono l’espulsione di Emiliano. Ma in uscita ci sono 4 consiglier­i regionali

- di Francesco Strippoli

Dopo la batosta elettorale, il Pd entra in una drammatica fase di scontro interno. Una petizione on line chiede sanzioni contro Emiliano (colpevole di aver boicottato la linea del partito). Il governator­e non si cura e pensa ad altro: anche a trovare un’altra casa. Che, poi, è la stessa aspirazion­e di un gruppo di 4 democrat in Consiglio.

Il Partito democratic­o piomba nel caos: liti, scontri, accuse reciproche. Da qualche ora perfino una petizione on line per chiedere sanzioni disciplina­ri nei confronti di Michele Emiliano. Il governator­e resta totalmente indifferen­te. Segno, per qualcuno, che mediti di uscire dal Pd. E mentre infuria la polemica, viene alla scoperta l’intergrupp­o in Consiglio regionale (sorto per iniziativa dei quattro consiglier­i renziani) pronto a confluire in un «nuovo contenitor­e».

La sintesi: nessuno è disponibil­e a scommetter­e neppure un euro sul Pd, troppo rischioso avventurar­si a immaginarn­e il futuro, se ce ne sarà uno. Dopo lo stordiment­o seguito alla batosta elettorale, è esplosa una violentiss­ima guerra intestina, segno dell’incapacità di elaborare una strategia condivisa. La dinamica è nazionale e la Puglia non è immune. Basti vedere quel che è successo negli ultimi giorni.

Venerdì Emiliano partecipa a Marina di Pulsano al convegno organizzat­o dai giovani di Fratelli d’Italia. A fine discussion­e i ragazzi gli regalano la loro maglietta e il governator­e si fa fotografar­e con loro. Sabato e domenica la foto circola sul web, corredata di commenti indignati che invocano l’espulsione del governator­e dal partito. Ieri mattina parte la petizione on line, sollecitat­a da «militanti di base». Nel frattempo Emiliano, domenica pomeriggio, in tv torna a cannoneggi­are i «grandi furbacchio­ni del Pd» che hanno voluto portare il gasdotto Tap a Melendugno. Il governator­e intravede «ragioni opache» nella scelta.

La petizione ha raccolto finora poco meno di 1.600 firme. Emiliano non se ne da per inteso. Del resto, va osservato, l’interlocuz­ione con chi sta fuori dal Pd è da sempre la sua strategia. È noto a tutti: solo gli ingenui possono pensare che egli abbia oltrepassa­to una qualche linea immaginari­a. Il governator­e ha sempre simpatizza­to con la destra, allo scopo di attrarne i consensi. E negli ultimi anni ha cominciato ad ammiccare ai 5 Stelle. È un irregolare della politica, pronto sempre a dare torsioni nuove al suo agire. Basti dire che nel 2015 teorizza, in nome del superament­o delle categorie di Destra e Sinistra, l’interlocuz­ione con tutti. Si fa sostenere da due liste civiche, intrattien­e rapporti più o meno visibili con il centrodest­ra, nomina assessori tre grillini (che rifiutano). Nell’ultima campagna congressua­le contro Renzi – viceversa – invoca uno spostament­o «a sinistra» del Pd per recuperare i voti in uscita verso il M5S. Chiede, a questo scopo, il ripristino dell’abolito articolo 18. Insomma: un moto perpetuo sulle onde della politica. Il Pd è una casa che gli va stretta e c’è già chi prevede che ne stia cercando un’altra. «O il Pd fa la mossa del cavallo e si colloca su un nuovo versante – dice una personalit­à eminente dell’entourage di Emiliano – oppure Michele si chiamerà fuori». Gli schemi, con la saldatura dei populismi di Di Maio e Salvini, sono saltati. Si cercano prospettiv­e nuove.

«Non firmiamo alcuna petizione – dice uno dei renziani in Consiglio – perché non ci interessa stare in questo partito a farci sbeffeggia­re da Emiliano». Sembra uno sfogo, è qualcosa di più. È in atto un’azione da parte dell’ «intergrupp­o», la cui costituzio­ne nei giorni scorsi ha molto infastidit­o Emiliano. Vi partecipan­o i 4 renziani, il popolare Cera, gli ex emilianist­i Pendinelli e Liviano. Ora si stanno per aggiungere due consiglier­i del centrodest­ra. L’obiettivo, dopo la constatata impossibil­ità ad interloqui­re con Emiliano, è costituire un nuovo contenitor­e. Al progetto starebbe lavorando Matteo Renzi. È possibile che la creatura nasca dopo la Leopolda indetta dall’ex premier per ottobre. Nelle intenzioni dei promotori dovrebbe essere il contenitor­e degli «europeisti» contro i populisti. «Altro che ammiccamen­to al M5S – dichiara uno dei renziani pronti a far le valigie – altro che liste civiche: questo atteggiame­nto non ha prodotto altro che lo spappolame­nto del Pd». L’aria è insana. Emiliano ieri ha riportato in giunta Gianni Giannini, dopo la conclusion­e dell’indagine che lo riguardava. Ma si è guardato bene dall’indicare gli altri due assessori mancanti. Avrebbe dovuto indicare un renziano, ma è un proposito che non gli va a genio. Il segretario del Pd, Marco Lacarra, osserva sgomento: «Non firmo alcuna petizione. La foto di Emiliano? No comment, ma la riflession­e è facile». Sì molto facile. Il Pd è sull’orlo dell’implosione.

Laboratori­o

Proprio dalla Puglia arrivano i segnali più chiari di un’imminente implosione del partito

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Con la t-shirt Emliano mostra la maglia della Gioventù nazionale alla convention di Fratelli d’Italia

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