Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Dalle cozze alle ciliegie le tangenti alla pugliese
C’è la bustarella che per incanto atterra sul tavolino di un bar tra una tazzina di caffé e un cornetto; oppure c’è la mazzetta sistemata in una borsa abbandonata con premeditata distrazione. E se a volte si preferisce la consegna diretta del rotolo di soldi, salutata peraltro con un pollice alzato come documentato nelle indagini sul malaffare lievitato attorno agli appalti del teatro Petruzzelli di Bari, in altre circostanze la creatività di presunti corruttori raggiunge vette decisamente più creative.
Comunque sia, l’autentico denominatore comune della tangentopoli pugliese è senz’altro l’elemento gastronomico, divenuto quasi metafora di un romanzo criminale che si arricchisce costantemente di nuovi capitoli. Così è stato a Cerignola dove qualcuno ha inviato al sindaco Franco Metta una scatola di biscotti con annessa mazzetta da ventimila euro (tutto prontamente denunciato dal primo cittadino che era all’oscuro di tutto), e così è stato pochi giorni fa a Casamassima quando un luogotenente della guardia di finanza, Enzo Cipolla, ha pensato bene di chiedere a un indagato la consegna di una busta con 37 mila euro da riporre in un cesto di ciliegie per addomesticare l’esito di alcuni accertamenti. Questo è quanto emerso da un’inchiesta della Procura che ha portato all’arresto per concussione del presunto finanziere infedele, bloccato dai suoi colleghi mentre si accingeva a incassare duemila euro, vale a dire un anticipo sulla mazzetta lasciato in una busta sistemata nell’auto del militare parcheggiata con i finestrini aperti.
È la prima volta che nella letteratura criminale delle tangenti in Puglia spuntano le ciliegie, mentre in passato è toccato ad altre eccellenze gastronomiche. Che spesso costituiscono la tangente stessa: basti pensare che per pilotare sentenze tributarie sono stati utilizzati olio e vassoi di pregiati frutti di mare, antica debolezza su cui non a caso fanno affidamento gli ingegnosi corruttori di queste latitudini. Che a volte però, pur ispirandosi al tema gastronomico, diversificano. Lo fece ad esempio uno degli indagati coinvolti nell’inchiesta della Procura di Taranto sugli appalti della Marina militare, il quale chiese e ottenne una tangente da seimila euro: era quasi Natale, i soldi finirono in tre panettoni.