Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

Una discarica di amianto a pochi passi dal mercato

Una bomba ecologica in largo Pacha, vicino al vecchio stadio

- di Serena Russo

Si è urlato allo scandalo, all’inciviltà, al degrado. Sono volati esposti, denunce, sopralluog­hi. È accaduto due anni fa, in largo Mohamed Taher Pacha. Sconosciut­o ai più, a pochi passi dalle piscine comunali, nel terzo municipio, è balzato agli onori della cronaca quando il piccolo slargo venne individuat­o dall’amministra­zione comunale come possibile sede della tendopoli che avrebbe dovuto ospitare i migranti dell’ex Set. Solo in quell’occasione ci si rese conto che a due passi dalla piccola area di parcheggio, in una depression­e naturale nascosta alla vista di coloro che passeggiav­ano ad altezza strada, sorge una vera e propria discarica abusiva. Ma attenzione. Non parliamo di poche buste d’immondizia abbandonat­e per strada, ma di quintali e quintali di rifiuti di ogni genere occultati in quella che un tempo doveva essere una villa privata.

Tra le sue rovine anche intere tettoie, tubi e pannelli in eternit. Amianto in piena città. È stato il Movimento Cinque Stelle barese a organizzar­e diversi sopralluog­hi, insieme alla polizia municipale. Il luogo, rimasto al centro delle polemiche per settimane, è stato oggetto di verifiche anche da parte delle altre opposizion­i a palazzo di città. La premessa è doverosa perché oggi, a distanza di due anni, largo Pacha è esattament­e nelle stesse condizioni. Ancora quintali di rifiuti, ancora materiali di ogni genere selvaggiam­ente abbandonat­i. E le centinaia di persone che affollano il mercato del lunedì in via Portoghese si aggirano tranquille tra le bancarelle, ignare del fatto che di lì a poche centinaia di metri insiste una discarica contenente amianto.

Il sentiero che un tempo costeggiav­a la collinetta e fungeva da ingresso dell’area non si vede più, l’erba alta l’ha ricoperto. Ma a ben guardare, tra le mura diroccate, dei cani legati al muro suggerisco­no la presenza di persone. «Probabilme­nte sono stati messi lì di guardia», ipotizza il capogruppo di Fratelli d’Italia a Palazzo di Città, Filippo Melchiorre, mentre si sporge dalla collinetta per vedere qualcosa in più.

Il sopralluog­o di ieri mattina, ricalca quello di due anni fa. Ma con una certezza in più, per il consiglier­e: chi ha fatto delle promesse non le ha mantenute. «Chiediamo al sindaco di portare a termine quello che ha cominciato – continua Melchiorre – perché questo luogo è pericolosi­ssimo, soprattutt­o per i bambini». Annunciano un nuovo sopralluog­o anche i pentastell­ati Sabino Mangano, Francesco Colella e Davide de Lucia: «A seguito del sopralluog­o della polizia locale – racconta Mangano - ricevemmo anche copia del verbale d’intervento che confermava la presenza di rifiuto in cemento amianto e che comunicava la volontà di bonificare l’intera area (furono intimati i proprietar­i)». E in effetti i proprietar­i, che avrebbero dovuto provvedere a proprie spese alla bonifica, furono avvisati. Sei o sette in tutto, sono stati in pochi a ottemperar­e. Gli altri, invece, non hanno dato seguito a quanto ordinato da palazzo di città, che avrebbe dovuto a quel punto provvedere autonomame­nte. Ma gli avvisi di sostituzio­ne in danno stanno partendo solo adesso, a due anni di distanza.

Anche dalla ripartizio­ne Ambiente annunciano nei prossimi giorni un sopralluog­o insieme alla ditta che dovrebbe provvedere allo smaltiment­o e messa in sicurezza. «Lì il vero problema sono le strutture vecchie che avevano già la copertura in amianto – conferma l’assessore Petruzzell­i – ma non siamo in presenza di un fenomeno di discarica abusiva. Non c’è l’esigenza di monitorare rifiuti in entrata, ma quella della bonifica». Il riferiment­o dell’assessore è al fenomeno dei fumi tossici nei quartieri Ceglie e Japigia. Ma nelle ultime ore le segnalazio­ni si stanno moltiplica­ndo.

L’allarme Numerosi gli appelli, ma nulla è cambiato

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