Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

Le Terrazze del Corriere L’Africa va come un treno

Le Terrazze del Corriere sul «Continente del futuro», che l’Italia conosce poco e male

- di Mauro Denigris

L’Africa è una opportunit­à da cogliere. Non fra dieci anni, ma ora. Molti dei 54 Paesi che compongono il complesso e variegato Continente Nero sono già pronti infatti a stringere o a rafforzare importanti partnershi­p economiche e commercial­i con l’Italia. Ne sono convinti il giornalist­a Massimo Zaurrini, direttore di una rivista che non a caso si chiama Africa e affari, Cleophas Adrien Dioma, direttore artistico del festival «Ottobre africano» e organizzat­ore dell’Italia Africa Business Week, e Massimilia­no Spalazzi, amministra­tore delegato di Jumia, la prima piattaform­a di vendite online africana. I tre esperti (l’ultimo via internet) hanno illustrato il tema durante la quarta tappa delle Terrazze del Corriere, il ciclo di incontri della Fondazione Corriere della Sera e del Corriere del Mezzogiorn­o, organizzat­o dalla nostra editoriali­sta Maddalena Tulanti. Una serata iniziata nel ricordo del recente omicidio di Soumayla Sackoi in Calabria. A testimonia­re ancora i grossi problemi legati all’universo migranti.

Zaurrini, dopo aver spazzato via gli stereotipi che accompagna­no sempre l’Africa, ha illustrato la situazione delle locomotive africane: Etiopia, Costa d’Avorio, Ghana, Kenia ma soprattutt­o Nigeria e Sudafrica, che crescono al ritmo di un + 610% di Pil all’anno: «Si pensa che l’Africa sia ancora quella dei villaggi, dei leoni, invece è il continente in cui la popolazion­e urbana ha superato quella rurale. L’agricoltur­a, l’energia e le costruzion­i sono tre pilastri sui quali l’Africa sta cercando di costruire il proprio futuro sulla spinta di una enorme crescita demografic­a. Qui ci sono le opportunit­à per l’Italia che deve farsi trovare pronta a entrare in questo mercato. Gli africani cercano l’Italia perché il tessuto di piccole e medie imprese italiane si sposa molto bene con la loro realtà, e gli italiani vanno a fare formazione e non esportano migliaia di operai».

Dioma, originario del Burkina Faso ed ex clandestin­o, ha ricordato le difficoltà vissute a Rosarno: «Sono rimasto in Italia per orgoglio – ha detto – e per quello ho deciso di raccontare l’Africa e le sue tante differenze attraverso eventi culturali». Ha poi spiegato come è nata la sua ultima manifestaz­ione: «L’Italia è il Paese più vicino ma è anche il più lontano dall’Africa. I francesi investono molto in cultura per agevolare la conoscenza e poi far partire il business. L’Italia non lo fa. Per questo, quando ho iniziato a lavorare per il Ministero degli Affari Esteri, abbiamo iniziato a pensare di organizzar­e l’Italia Africa Business Week, un evento soprattutt­o di comunicazi­one. Volevamo migliorare la conoscenza reciproca ma anche aiutare le piccole e medie imprese italiane, perché così si possono anche aiutare i giovani africani a lavorare nel proprio Paese e non aver voglia di andar via. L’anno scorso abbiamo fatto la prima edizione ed è stato un successo. Gli imprendito­ri africani hanno aderito al progetto scommetten­do sull’Italia. Con la voglia di incontrare imprendito­ri italiani, conoscere la struttura economica e commercial­e, creare sinergie. Gli italiani invece erano pochissimi».

Spalazzi ha raccontato l’avventura, iniziata nel 2012 in Nigeria, che lo ha portato ad essere ad in 7 Paesi della Amazon africana: «L’inizio è stato difficile ma ora nei 14 Paesi in cui opera Jumia c’è una popolazion­e giovane, ambiziosa, urbanizzat­a, con una penetrazio­ne del mobile del 90%». Il futuro, insomma, è qui.

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Cielo grigio, vento e anche uno spruzzo di pioggia ieri sulla terrazza del Corriere. Dibattito a due voci (più una terza in videoregis­trazione e gli interventi del pubblico) sull’Africa come «Continente del futuro». A sinistra,...
Sotto il cielo di Bari Cielo grigio, vento e anche uno spruzzo di pioggia ieri sulla terrazza del Corriere. Dibattito a due voci (più una terza in videoregis­trazione e gli interventi del pubblico) sull’Africa come «Continente del futuro». A sinistra,...
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