Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Repin incanta il Petruzzelli con Shostakovic
Un concerto assolutamente fuori dall’ordinario, quello di mercoledì al Petruzzelli per la stagione concertistica del teatro. Sul podio il viennese Sascha Goetzel, solista e mattatore assoluto della serata il violinista russo Vadim Repin.
Particolare il repertorio, perché metteva a confronto la Russia sinfonica dell’Ottocento e il suo campione più cosmopolita ed elegante, Ciajkovskij (il Valzer e la Polonaise tratti dall’opera Eugen Onegin), con la Russia del Novecento e la sua figura più grande e drammatica, quello Shostakovic che in vita (1906-1975) ha subito tutte le paranoie e le fasi alterne di disgrazia e fortuna che la Russia sovietica imponeva ai suoi artisti.
Di Shostakovic il programma prevedeva innanzitutto il magnifico Concerto n. 1 per violino e orchestra, un tour de force pazzesco per il solista che suona praticamente sempre, e sempre al massimo delle sue capacità. Ma essere virtuosi non basta; occorre anche avere grandi doti di musicalità per interpretare al meglio un lavoro lungo e complesso, tutto basato sulle mezze tinte come nel Nocturne iniziale oppure su un parossismo che nelle mani sbagliate correrebbe il rischio di appiattire le tante asperità della partitura, come nella Passacaglia e nella lunga, vertiginosa Cadenza per solo violino che fa da ponte tra il terzo e il quarto movimento del Concerto. Un capolavoro, senza dubbio, pregno degli umori più acri e affascinanti del Novecento, che permette a Repin di giganteggiare e confermarsi uno dei massimi violinisti viventi, degno erede della grande scuola russa a cui apparteneva anche Da- vid Oistrakh per il quale Shostakovic rielaborò il suo Concerto, scritto qualche anno prima, in vista del debutto del 1955. Il pubblico ha tributato ovazioni a Repin, che di buon grado ha anche concesso un piccolo, vezzoso bis.
Nella seconda parte della serata, spazio alla Sinfonia n. 1 dello stesso Shostakovic, una pagina giovanile in cui il compositore rende omaggio ai suoi modelli (Strauss, Mahler, Schoenberg, Stravinskij) con ineffabile vivacità e uno spirito folletto da primo della classe. Ottima sempre la prova dell’orchestra, diretta magnificamente da Goetzel.