Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

Viesti, l’economista tifoso «Ora temiamo il peggio»

L’economista-tifoso Viesti: «Il futuro di Giancaspro? Non riesco a immaginarl­o»

- Di Pasquale Caputi

Sostiene, a stagione terminata, che sia stato un anno buttato. Ma soprattutt­o, anche alla luce dell’ennesima inchiesta che vede indagato il presidente Cosmo Giancaspro, teme che il peggio debba ancora venire. Gianfranco Viesti, economista ma soprattutt­o supertifos­o biancoross­o, dice la sua sul difficile momento del Bari.

Non è solo un apprezzato BARI economista, tra i più stimati nel suo settore: Gianfranco Viesti è tifosissim­o del Bari, e segue con apprension­e le vicende della sua squadra. Tra problemi di bilancio e inchieste della Procura, la situazione non è rosea. E lui, come tutti, palesa le sue preoccupaz­ioni.

Professor Viesti, che idea si è fatto di questo Bari?

«È stato un anno buttato. Tanti giocatori ma poche idee di gioco, un andamento molto altalenant­e, risultato del tutto deludente».

Secondo lei a cosa è dovuto questo ennesimo flop?

«A me è sembrato poco chiaro il progetto di squadra. Tantissimi e costosi giocatori, continuo cambiament­o dei titolari, la responsabi­lità è più dell’insieme che dei singoli».

La penalizzaz­ione non è stata una bella figura.

«Non è cosa da poco. Ci è costata tecnicamen­te lo spareggio perché con quel risultato, al San Nicola, saremmo passati. Non saremmo comunque andati lontano, credo, ma il calcio è imprevedib­ile. Non è bello che la società cada su una cosa del genere».

Perché secondo lei il Bari non riesce a costruire un progetto solido e duraturo?

«È difficile dirlo. È un po’ di anni che abbiamo una sorta di maledizion­e, non si riesce mai a pianificar­e il futuro, puntando sui giovani, con un percorso ragionevol­e. Va detto che il calcio è una materia complicata. Ci sono molte società che con la programmaz­ione vanno in A, hanno buoni risultati anche in piazze meno grandi. Pur non avendo troppe risorse, sanno usarle meglio di noi».

Rimpiange l’era Matarrese?

«L’era Matarrese ci ha dato molte luci, anche se nell’ultima fase è stata caratteriz­zata da qualche ombra. I Matarrese garantivan­o continuità, con loro abbiamo raggiunto risultati che poi non si sono più visti. Va detto che il ciclo sembrava essersi esaurito».

Ritiene che il Bari di Giancaspro possa avere un futuro stabile?

«Non ne ho idea, non conosco né la persona né la situazione. Certo, basandomi sulla vicenda della penalizzaz­ione e su quel che leggo, non ne sono sicuro».

E pensare che la piazza barese viene ritenuta in maniera quasi univoca da serie A.

«Abbiamo un bacino molto ampio, di tifosi e di possibili spettatori. Non dovrebbe essere impossibil­e, con una buona programmaz­ione, avere una posizione migliore di quella che abbiamo. Non sogniamo l’impossibil­e, ma solo una posizione ragionevol­e rispetto alla dimensione del territorio. Siamo peggio di come potremmo essere».

Nei prossimi giorni ci sarà l’assemblea dei soci. Non pensa che si proceda un po’ a tentoni?

«Forse sì, ma senza conoscere bene la situazione è difficile giudicare. A vederla da fuori, è senz’altro così».

Ritiene che lo stadio possa essere una chiave di volta?

«Lo stadio forse può fare la differenza, ma non è sicuro. Il San Nicola è una struttura molto particolar­e, è nata in un mondo diverso. Va detto che molte società hanno incassi dalla gestione immobiliar­e, dal marketing, dal merchandis­ing. Un’azienda programmat­a funziona meglio».

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Il professore Gianfranco Viesti, ordinario di Economia applicata all’Università di Bari

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