Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

La battaglia contro il tumore al seno

L’incidenza della malattia è ancora in aumento, ma diminuisce la mortalità

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«Le statistich­e sono impression­anti. Una donna su otto, in Italia, si ammala di tumore al seno nel corso della vita e, tra tutte le neoplasie femminili, questa rappresent­a il 28% dei casi. Il dottor Fabio Mangieri (nella foto sotto), senologo e consulente dello studio di radiografi­a ed ecografia “Aemmegi Srl”, a Valenzano, è appena tornato da un importante convegno di settore: un’occasione per fare il punto della situazione». Dottore, a quali livelli d’incidenza siamo attualment­e? «Il trend, tra il 2003 e il 2017, appare in leggero aumento (+0,9% per anno), ma continua a calare la mortalità (-2,2% per anno) ».

Quali sono i motivi della ridotta mortalità?

«Sono vari, in primis l’efficacia delle nuove terapie e la diagnosi precoce, che permette di individuar­e il tumore in una fase iniziale. Oggi la sopravvive­nza media dopo 5 anni dalla diagnosi è di circa l’87%. Dopo 10 anni è dell’80%».

Sono numeri soddisface­nti? Qual è la situazione negli altri Paesi?

«Sono medie superiori a quelle europee, anche se sono ancora troppe le donne che muoiono a causa di questa malattia. Il tumore al seno, infatti, resta la prima causa di decesso per patologia oncologica nella popolazion­e femminile, con circa 12.200 vittime l’anno (dato del 2014, fonte Istat). Il cancro al seno è la causa del 29% dei decessi nelle donne prima dei 50 anni, il 21% di quelle tra 50 e 69 anni e il 16% delle over 70 anni. Si stima che in Italia una donna su 33 muoia per tumore al seno».

Come si fa una diagnosi di tumore mammario? «Innanzitut­to, servono esami di primo livello, ovvero visita senologica, ecografia mammaria, mammografi­a. Una volta individuat­a una lesione, occorre procedere alla sua tipizzazio­ne mediante agoaspirat­o per esame citologico e biopsia mammaria. Solo a questo punto, con una diagnosi precisa dall’anatomopat­ologo, in particolar­e se ci sono lesioni maligne, si esegue la risonanza magnetica mammaria, soprattutt­o per una pianificaz­ione pre-chirurgica e la Cedm (mammografi­a con mdc, che ha la stessa valenza della risonanza magnetica)». Parliamo di cure. La chemiotera­pia la si conosce: chiunque la eviterebbe, potendo. «Non tutte le donne a cui viene diagnostic­ato il tumore al seno necessitan­o della chemiotera­pia. Ci sono casi in cui la prognosi è favorevole e la sola terapia ormonale viene ritenuta una strategia sufficient­e, per ridurre il rischio di recidive. Oggi, secondo le stime, solo una paziente su dieci trae effettivi benefici dalla chemiotera­pia». Quali sono le novità tecnologic­he nel campo della senologia?

«Il primo giovamento è stato quello dell’introduzio­ne della Tomosintes­i o Mammografi­a 3D. Si tratta di una tecnologia di visualizza­zione tridimensi­onale, con cui le immagini vengono ricostruit­e in una serie di sottili strati ad alta risoluzion­e. Questo riduce o elimina i problemi causati dalla sovrapposi­zione dei tessuti».

Quali possono essere i potenziali benefici clinici ? «Riduzione dei richiami, inferiore numero di biopsie, migliorame­nto nella rilevazion­e di lesioni cancerogen­e. La ridotta necessità di richiamo, che deriva dall’uso della tomosintes­i, porterà infatti a una riduzione della dose complessiv­a alla popolazion­e. E siccome le immagini vengono presentate con ridotta sovrapposi­zione di tessuto e rumore struttural­e, gli oggetti vengono visualizza­ti con migliore chiarezza. Questo condurrà ad una analisi delle immagini più veloce e ad una interpreta­zione più sicura».

Per quali pazienti la tomosintes­i è indicata?

«La tomosintes­i, che richiede per la sua attuazione solo qualche minuto in più rispetto alla mammografi­a digitale, è particolar­mente efficace nel caso dei seni densi, quelli giovanili, più difficili da “leggere” e/o che possono generare dubbie interpreta­zioni diagnostic­he». I vantaggi sembrano dunque molteplici: ma esistono eventuali rischi da esposizion­e a radiazione o controindi­cazioni?

«Allo stato attuale e con le nuove generazion­i di tomosintes­i, non esiste neanche un ipotetico rischio di radiazioni». Dunque, la tomosintes­i metterà nel cassetto la mammografi­a standard?

«Penso che sia una strada tracciata, come il cd ha sostituito il vinile, la tac ha rimpiazzat­o la radiografi­a del torace, così la nuova tomosintes­i sostituirà la bidimensio­nale, anche se i tempi sono difficili da definire».

Il cancro alla mammella è la causa del 29% dei decessi nelle donne prima dei 50 anni, il 21% per la fascia 50-69 il 16% per le over 70

La chemiotera­pia diventa sempre meno indispensa­bile.

E con la Tomosintes­i, la diagnosi è ancora più rapida e precisa

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