Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

A «Tu non conosci il Sud» in 4 anni la storia di Bari

La storia della città a «Tu non conosci il Sud». Quattro incontri a partire dal 20 giugno

- di Nicola Signorile a pagina

Quattro anni per raccontare la storia della città di Bari, di una comunità sfuggente, in perenne trasformaz­ione politica, culturale, urbanistic­a ed economica. Il 1943 delle stragi fasciste e del bombardame­nto del porto, il 1962 delle mutazioni industrial­i e della ricerca di una nuova dimensione, il 1991 dell’approdo della nave Vlora e il 2005 dell’inizio della narrazione vendoliana: quattro appuntamen­ti - 20 e 27 giugno, 4 e 11 luglio - compongono «Tu non conosci il Sud – E la chiamano estate» , la rassegna ideata dall’omonima associazio­ne, promossa dalla libreria Laterza (in collaboraz­ione con Città Metropolit­ana e Presidi del Libro) e organizzat­a da Veluvre – Visioni Culturali che ritorna sulla terrazza della Biblioteca De Gemmis, nel complesso di Santa Teresa dei Maschi. «Gli anni di Bari», tema scelto per il 2018, sarà una occasione per riflettere e discutere di alcuni momenti cruciali della storia cittadina con autorevoli relatori, nell’ambito di serate in cui non mancherann­o spazi per lo spettacolo, la musica, proiezioni video e letture. «Ci tengo a dire che l’accesso alle serate è gratuito - ha spiegato Alessandro Laterza, presentand­o l’iniziativa con la consiglier­a delegata ai Beni Culturali della Città Metropolit­ana Francesca Pietrofort­e e alcuni dei protagonis­ti degli appuntamen­ti– ma chiederemo ai partecipan­ti di presentare una copia di un quotidiano, uno scontrino comprovant­e acquisto di libri, un biglietto di cinema/teatro/museo, insomma un gesto di cittadinan­za culturale: l’idea che la cultura debba essere gratis va ridimensio­nata».

Si parte dal passato recente con il 2005: il 20 giugno alle 20.30 a dialogare delle traiettori­e culturali, sociali ed economiche - la Primavera Pugliese e l’inaugurazi­one del nuovo aeroporto, la crisi Natuzzi e la nascita del Distretto aerospazia­le pugliese, la baresità sdoganata da Lacapagira e il successo dei romanzi di Gianrico Carofiglio di cui Bari è protagonis­ta - originate (e originanti) dall’anno della svolta vendoliana alla Regione saranno lo stesso Laterza con l’economista Gianfranco Vie- sti e il saluto del sindaco Antonio Decaro.

Il 22, saranno il giornalist­a Oscar Iarussi e l’imprenditr­ice Simonetta Lorusso a raccontare «la città più socialista d’Italia» che nel giugno del 1991 ospitava l’ultimo congresso del Psi, alle soglie di Tangentopo­li. Un anno che vide, ad agosto, approdare nel porto di Bari i ventimila albanesi della nave Vlora e poi, ad ottobre, il fuoco mandare in fumo il teatro Petruzzell­i dopo i successi degli anni ’80 targati Ferdinando Pinto.

Il 4 luglio si parlerà del 1962 con Anna Maria Montinaro, presidente dei Presidi del Libro, con il giornalist­a Nicola Signorile e gli interventi di Egidio Pani e Carmela Vincenti: il primo incontro di Bari con la modernità della grande impresa pubblica e privata, lo sciopero degli edili, la «sostituzio­ne» edilizia nel borgo murattiano e gli anni d’oro di una fucina di talenti chiamata Cut, il Centro Universita­rio teatrale, esperienza artistica che attesta la vivacità culturale della città e le sue prime aperture.

A concludere il ciclo di incontri l’11 luglio saranno gli eventi baresi del 1943, una mini-storia nella Storia del paese alla fine del secondo conflitto mondiale con la strage di via Niccolò Dell’Arca dopo la caduta del regime, la difesa del porto bombardato dai nazisti da parte di cittadini e militari, le trasmissio­ni di Radio Bari, prima radio nell’Italia libera che diffonde per la prima volta la musica d’Oltreocean­o; a parlarne sarà Annabella De Robertis, ricercatri­ce dell’Ipsaic (Istituto Pugliese per la storia dell’antifascis­mo) con interventi di Clara Gelao, direttrice della De Gemmis, dello scrittore Marcello Introna e del musicista Roberto Ottaviano.

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Il film Si parlerà anche dello sdoganamen­to della baresità da parte del film di Alessandro Piva, «Lacapagira»

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