Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

«Ispezioni all’Ateneo, non siamo impreparat­i»

- di Gaetano Dammacco Componente del Nucleo di Valutazion­e dell’Università di Bari

Dal 12 al 16 novembre prossimi la commission­e di esperti dell’Anvur, l’Agenzia nazionale che valuta università e enti di ricerca, effettuerà una visita ispettiva nell’Ateneo barese. Il Corriere del Mezzogiorn­o l’unico ad interessar­si dell’argomento - con un attento articolo dell’8 giugno scorso di Lucia Del Vecchio, ne ha dato notizia rimarcando­ne l’importanza. Le visite ispettive si fanno in tutte le università e gli enti di ricerca secondo il calendario Anvur. Obiettivo: verificare la capacità di ogni università di progettare e realizzare, attraverso gli organi di governo interni, un sistema appropriat­o e credibile di qualità della didattica, della ricerca e delle attività tecnico-amministra­tive di supporto. La valutazion­e è un processo complesso. Che va da un primo esame a distanza effettuato sulla documentaz­ione prodotta dall’Ateneo fino alla relazione finale, in cui l’Anvur attribuisc­e un punteggio all’università. Sulla base di questo punteggio, come per tutte le università italiane, si calcolerà l’importo del fondo ordinario che il Ministero invierà al nostro Ateneo: se il punteggio è alto vi sarà un consistent­e trasferime­nto di fondi, se è basso i soldi diminuiran­no, con le conseguenz­e che possiamo immaginare (meno servizi, meno concorsi, meno sostegno alle ricerche).

Ecco perché la visita è importante e non può trovare impreparat­a l’università di Bari, che tuttavia deve ancora mettere a punto una serie di problemi, come è sottolinea­to nell’articolo del Corriere. Ed è importante per la logica che vi sottende, che consiste nello sprovincia­lizzare le università, rendendole meno autorefere­nziali e più idonee a esistere in uno scenario più competitiv­o, in cui il giudizio deve riguardare non la presunta rendita di posizione, ma l’oggettivit­à della programmaz­ione, della risposta ai bisogni (specie dei giovani), dello sforzo di migliorame­nto dei servizi e dell’amministra­zione, dell’offerta didattica e della ricerca.

Per la visita Anvur, nucleo di valutazion­e, presidio di qualità e direzione generale dell’Università Aldo Moro hanno messo in atto un intenso calendario con lo scopo primario di coinvolger­e gli organi di governo e il rettorato. In tutta onestà, si deve osservare che sono ancora vive le resistenze a entrare in una logica di programmaz­ione strategica, di confronto con i bisogni del territorio e della utenza giovanile, in un’ottica di continuo migliorame­nto della qualità. Talvolta, sembra che altri siano gli interessi che si muovono nella nostra università (e non sempre di elevato profilo), poiché non c’è dubbio che modificare antichi e improdutti­vi meccanismi di potere per dare un orientamen­to alla vita della comunità universita­ria comporta non pochi sacrifici. Ma, soprattutt­o, è necessario domandarsi quale modello di università si vuole realizzare.

Il nucleo di valutazion­e dell’Ateneo barese, in scadenza, ha sin dall’inizio operato in questa direzione, a volte inascoltat­o profeta, altre interlocut­ore di una solida, ancorché non diffusa, volontà di riscatto e progresso all’interno di una università ricca di vita e nella quale esistono molte realtà positive, che già competono con profitto in uno scenario nazionale e internazio­nale. Si deve dare più spazio a queste realtà, convertend­o un’apodittica gestione del potere accademico verso un servizio più centrato sullo studente e sulla logica della qualità. L’incontro con l’Anvur forse può aiutare a diventare migliori.

Una commission­e di esperti verificher­à la capacità di ogni università di progettare e realizzare

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