Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

Matarrese I miei mondiali

Lui ci sarà, da membro onorario di Fifa e Uefa E intanto ricorda: «Porto nel cuore Vicini E Sacchi, e poi Zola, Baggio, Baresi e Maldini»

- Di Pasquale Caputi

I Mondiali al via. Senza Italia e senza gloria azzurra. Ma c’è un pezzo di Puglia che i Mondiali li conosce quasi come le sue tasche, per averli vissuti ben tre volte. Prima come presidente di Lega (1982), poi della Figc (dal 1987 al 1996). Antonio Matarrese sa come si fa e si vive una coppa del mondo. Componente onorario Fifa e Uefa, presenzier­à al match inaugurale tra Russia e Arabia Saudita.

Antonio Matarrese, da cosa iniziamo?

«Dal primo Mondiale, nell’82. La coincidenz­a fu che il 10 marzo venni eletto presidente della Lega. Fu un’esperienza oltre ogni immaginazi­one, un risultato clamoroso».

Con Bearzot in panchina. «Ricordo come se fosse ieri il suo atteggiame­nto: aveva creato una vera e propria famiglia, mettendo uno scudo con l’esterno. Era un ambiente molto chiuso. All’inizio la stampa l’aveva attaccato duramente. Poi, vinto il Mondiale, arrivati in Italia, quanta gente per le strade! Fu impression­ante, scendevano e correvano da ogni parte».

Chi furono secondo lei i simboli di quel gruppo?

«Zoff, senz’altro, e Tardelli, che si vedeva già cos’era».

L’esperienza in assoluto più forte alla presidenza della Figc?

«Il Mondiale di Usa ’94. Andare lì era già speciale. In panchina c’era Sacchi. Quando lo presentai alla stampa rimasi stupito dal numero di giornalist­i presenti. Mai visti così tanti in una volta».

Cosa la colpì principalm­ente di lui?

«Era eccezional­e, un uomo che non lasciava nulla al caso, anche oggi ci sentiamo spesso. Ricordo quando si studiavano i video nella saletta. Capitava che entrassi, tutti si alzavano, mi salutavano, capivano l’importanza del presidente federale».

Quel Mondiale non cominciò poi così bene.

«Perdemmo la prima partita, ma io fui chiaro. Dissi di prendersel­a con me, non con la squadra. Ricordo benissimo poi quando profetizza­i che, nonostante le fatiche iniziali, saremmo arrivati in finale. Ne ero certo perché a convincerm­i fu un certo Paolo Maldini. Venne e mi disse che avrebbero vinto per me. Con Maldini c’è stato davvero un bel rapporto». Italia ’90?

«Lo sento un po’ come il mio Mondiale. Fece clamore Schillaci, ma fu tutto perfetto. In generale, di tutti questi anni e di quei Mondiali, non si cancella nulla».

Cancellere­bbe l’assenza da questo Mondiale, se potesse?

«Ieri ho partecipat­o al congresso Fifa per l’assegnazio­ne del Mondiale 2026. Ho provato grande amarezza, mi mancava qualcosa».

Diamo qualche nome. I ct e i giocatori che si porta nel cuore.

«Azeglio Vicini, con cui ebbi un rapporto stupendo, e Arrigo Sacchi, che ha fatto sognare. Calciatori? Zola, Baggio, Baresi e Maldini».

Nel 1982 fu una cosa oltre ogni immaginazi­one, un risultato clamoroso

Nel ’94 in Usa dopo il brutto esordio dissi che saremmo andati in finale

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Un simbolo Antonio Matarrese è a Mosca questa sera

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