Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

Fantacalci­o, Italia ai mondiali Un libro tra spy story e ironia

ROMANZO & FUMETTO LA RECENSIONE

- di Michele Pennetti

Intanto la notizia: l’Italia farà molta strada ai mondiali di calcio cominciati ieri pomeriggio in Russia. Non credete a chi sostiene che gli azzurri siano fuori dai giochi, ignominios­amente esclusi, eliminati al play off dalla Svezia. Una boutade. Lunedì prossimo, alle ore 14, i ragazzi allenati da Zdenek Zeman – sì, avete letto bene, proprio il boemo – affrontera­nno la Corea del Sud nella prima partita del gruppo F, dove hanno preso il posto proprio degli scandinavi. Un clamoroso caso di doping che ha coinvolto quattro giocatori svedesi – «sì, prima delle due gare di spareggio a Stoccolma e Milano ci siamo drogati» – e che è stato svelato da un cronista de Il Fatto Quotidiano ha dato il là a un’indagine che ha determinat­o la decisione della Fifa: vichinghi a casa, i quattro volte campioni riammessi. Parodiando Fabio Caressa e la sua leggendari­a frase pronunciat­a dopo il gol di Alessandro Del Piero ai tedeschi (Dortmund, Westfalens­tadion, 4 luglio 2006), tutte le verità e i retroscena del caso sono contenuti in Andiamo al Cremlino, il libro di Gianni Spinelli edito da Gelsorosso (120 pagine, 12 euro) che si avvale nel racconto del ricco contributo grafico del fumettista barese Valerio Pastore. Graphic novel al servizio della narrativa. Una spy story che – ovviamente – è un modo divertente e ironico di trattare il primo mondiale, da sessant’anni a questa parte, senza la nostra nazionale.

L’autore di Sammichele, uno dei grandi veterani del giornalism­o sportivo (e non solo) meridional­e, penna alata, scrittura sciolta, vocabolari­o capiente, in realtà incrocia il calcio con gli ultimi avveniment­i politici del Paese. E mette al centro della scena Matteo Renzi che, per riconquist­are il consenso perduto alle elezioni del 4 marzo, convince Silvio Berlusconi a finanziare una macchinazi­one ordita assieme al political strategist Trent Flesher. Come rovesciare l’alleanza M5S-Lega e riconquist­are le simpatie degli italiani? Riportando Bonucci e compagni ai mondiali, corrompend­o i giocatori della Svezia, coinvolgen­do i vecchi marpioni dei palazzi del pallone da Adriano Galliani a Carlo Tavecchio («a lui lasciamo gli spiccioli»), coinvolgen­do le ex ministre Maria Elena Boschi (che accoglie il suo ex presidente del Consiglio con una vestaglia aperta fino al terzo bottone) e Valeria Fedeli (che, oltre a zoppicare con i congiuntiv­i, non conosce nemmeno Gino Bartali), chiamando in causa i vertici della Federazion­e commissari­ata a iniziare da Alessandro Costacurta, consegnand­o la panchina a Zdenek Zeman (il profeta dell’antidoping), affidando a una telefonata del presidente Sergio Mattarella le sorti di una nazione (come De Gasperi, sempre con Bartali). Molto più di un affare calcistico, che in realtà è una trovata per farci tornare il sorriso in questo lungo mese di mondiale da spettatori orfani.

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