Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
SE IL LAVORO HA LA PRECEDENZA
La sterzata del patto per il Sud
L’iniziativa del governatore campano Vincenzo De Luca ha già sollevato vasta attenzione, innanzitutto per il suo duplice profilo. Da un lato essa punta al rilancio delle politiche istituzionali, fino all’elaborazione di un vero piano del lavoro; dall’altro riapre il tempo della riflessione sul Mezzogiorno, scavalcando il disorientamento della sinistra meridionale e la sua tendenza a non uscire dagli equilibri interni. La risposta dei presidenti delle altre regioni del Sud sembra attenta e, senza cedere all’ottimismo, autorizza a sperare in un confronto innovativo intorno a un tema da anni cruciale per le popolazioni del Mezzogiorno, fatte le debite differenze fra i territori. Se alcune statistiche ufficiali pongono oggi al 50% la disoccupazione dei giovani meridionali, vuol dire che questo male profondo è diventato strutturale. Però non possiamo nasconderci le difficoltà in agguato dietro l’importante manifestazione di soggettività meridionale.
Convocare i “governatori” del Sud è un fatto; varare a breve nuove misure e nuovi modelli di politica, è altra cosa, ben più complicata della grande assise di De Luca. La prima contraddizione riguarda la scelta di cominciare dal rinnovo della pubblica amministrazione, ineludibile certo, ma ancora troppo lontana dal linguaggio dell’azienda, dei suoi mestieri specialistici e dei suoi bisogni di onesta finanza. E poi, se parliamo di amministrazione pubblica, la questione della deontologia professionale e dell’autonomia weberiana dall’influenza dei partiti è tutta da affrontare, con strumenti all’altezza del compito. Inoltre, vi è la difficoltà della condizione attuale della sinistra e delle forze del Mezzogiorno democratico, finite in una crisi di rappresentanza sottolineata dallo sfarinamento degli elettori, astenuti dal voto, o catturati dalla Lega, e con rare eccezioni di residua incidenza delle personalità di rilievo locale. Lo sviluppo del Sud dipende anche dalla sua cultura civile e dalla ripresa della politica di proposta, persino indipendentemente dalle singole scadenze elettorali. In una parola, si potrebbe dire che il passo di De Luca possiede il merito soggettivo di un tentativo ragionato, ma trova anche l’obiezione oggettiva di una possibile risposta di tipo “normale” dagli altri presidenti. In tal senso, anche la Puglia è attesa a questo appuntamento, sia nella sua presenza attiva, sia nella sua collaborazione, per competenza di governo.
Il binomio Emiliano-Lacarra adesso dovrà misurarsi con un’autocritica costruttiva, specialmente sulla perdita della centralità del Pd, nella regione e nel Paese. Un piano per il lavoro passa anche attraverso la definizione di un corretto rapporto di rappresentanza nella regione e nel Parlamento, ovvero nel recupero di una democrazia che si innesti sul lavoro, e non sulle macchine organizzative di questo o quel partito. A voler leggere in filigrana l’iniziativa di De Luca, essa pone un passo fuori dal continuismo; si tratta di capire se vi saranno risposte coraggiose, e se andranno verso lo stesso esito progressivo nella voglia di partire dalla gente, per raggiungere concreti risultati o almeno inversioni di tendenze.