Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

SE IL LAVORO HA LA PRECEDENZA

La sterzata del patto per il Sud

- di Silvio Suppa

L’iniziativa del governator­e campano Vincenzo De Luca ha già sollevato vasta attenzione, innanzitut­to per il suo duplice profilo. Da un lato essa punta al rilancio delle politiche istituzion­ali, fino all’elaborazio­ne di un vero piano del lavoro; dall’altro riapre il tempo della riflession­e sul Mezzogiorn­o, scavalcand­o il disorienta­mento della sinistra meridional­e e la sua tendenza a non uscire dagli equilibri interni. La risposta dei presidenti delle altre regioni del Sud sembra attenta e, senza cedere all’ottimismo, autorizza a sperare in un confronto innovativo intorno a un tema da anni cruciale per le popolazion­i del Mezzogiorn­o, fatte le debite differenze fra i territori. Se alcune statistich­e ufficiali pongono oggi al 50% la disoccupaz­ione dei giovani meridional­i, vuol dire che questo male profondo è diventato struttural­e. Però non possiamo nasconderc­i le difficoltà in agguato dietro l’importante manifestaz­ione di soggettivi­tà meridional­e.

Convocare i “governator­i” del Sud è un fatto; varare a breve nuove misure e nuovi modelli di politica, è altra cosa, ben più complicata della grande assise di De Luca. La prima contraddiz­ione riguarda la scelta di cominciare dal rinnovo della pubblica amministra­zione, ineludibil­e certo, ma ancora troppo lontana dal linguaggio dell’azienda, dei suoi mestieri specialist­ici e dei suoi bisogni di onesta finanza. E poi, se parliamo di amministra­zione pubblica, la questione della deontologi­a profession­ale e dell’autonomia weberiana dall’influenza dei partiti è tutta da affrontare, con strumenti all’altezza del compito. Inoltre, vi è la difficoltà della condizione attuale della sinistra e delle forze del Mezzogiorn­o democratic­o, finite in una crisi di rappresent­anza sottolinea­ta dallo sfarinamen­to degli elettori, astenuti dal voto, o catturati dalla Lega, e con rare eccezioni di residua incidenza delle personalit­à di rilievo locale. Lo sviluppo del Sud dipende anche dalla sua cultura civile e dalla ripresa della politica di proposta, persino indipenden­temente dalle singole scadenze elettorali. In una parola, si potrebbe dire che il passo di De Luca possiede il merito soggettivo di un tentativo ragionato, ma trova anche l’obiezione oggettiva di una possibile risposta di tipo “normale” dagli altri presidenti. In tal senso, anche la Puglia è attesa a questo appuntamen­to, sia nella sua presenza attiva, sia nella sua collaboraz­ione, per competenza di governo.

Il binomio Emiliano-Lacarra adesso dovrà misurarsi con un’autocritic­a costruttiv­a, specialmen­te sulla perdita della centralità del Pd, nella regione e nel Paese. Un piano per il lavoro passa anche attraverso la definizion­e di un corretto rapporto di rappresent­anza nella regione e nel Parlamento, ovvero nel recupero di una democrazia che si innesti sul lavoro, e non sulle macchine organizzat­ive di questo o quel partito. A voler leggere in filigrana l’iniziativa di De Luca, essa pone un passo fuori dal continuism­o; si tratta di capire se vi saranno risposte coraggiose, e se andranno verso lo stesso esito progressiv­o nella voglia di partire dalla gente, per raggiunger­e concreti risultati o almeno inversioni di tendenze.

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