Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
L’altolà di Albanese, leader del settore «Se si violano le norme siamo pronti al ricorso»
«Il governatore Michele BARI Emiliano dice che in passato i privati hanno costruito la strategia regionale dei rifiuti. Mi chiedo quando è successo? Ricordo solo che gli imprenditori del settore hanno investito in impianti che tuttora sono di proprietà pubblica. E l’hanno fatto rispondendo a un bando europeo. Puntare sul pubblico? Certo, se il sistema normativo lo consente è un’opzione. Vedremo, i ricorsi sono sempre possibili». Antonio Albanese, vice presidente di Confindustria Taranto con delega all’ Ambiente, è il nome noto della Puglia nel settore rifiuti. Di Massafra, ha proprietà e partecipazioni nell’intera filiera: dai termovalorizzatori alle discariche.
Albanese, il business dei rifiuti è da anni nel mirino. Ciò che era percepito come uno scarto inutile si è rivelato un valore aggiunto. Pubblico ora è meglio? «Credo che l’innovazione a cui si riferisce Emiliano non sia legata alla proprietà, ma alla gestione pubblica degli impianti di trattamento. Perché la proprietà lo è già. Ricordo che esistono contratti risalenti al 2004 con gare europee che sono state avviate dalla gestione commissariale di Fitto e firmate con Vendola. Gli operatori hanno inve- stito soldi e mantengono la gestione, con diritto di superficie, per quindici anni. L’impianto dopo è totalmente nelle mani del pubblico».
Che può essere più efficiente e tenere sotto controllo i costi e la qualità dei servizi.
«Ne è sicuro? Non mi sembra che il consorzio Sia di Cerignola se la passi bene. È a rischio default. Eppure i soci sono nove Comuni».
Gianfranco Grandaliano, commissario Ager, ritiene che con una gestione pubblica sia più semplice tenere sotto controllo le tariffe.
«Mi piacerebbe parlare di conti, magari in un contraddittorio con il commissario Ager, spulciando l’efficienza di impianto per impianto operante in Puglia. Con la gestione privata non solo le tariffe sono più basse, ma riescono a coprire la quota d’investimento pluriennale. Mi sembra, invece, che si voglia passare a un modello che ha già dimo- strato di non funzionare».
La realizzazione e la gestione dei nuovi impianti per chiudere il ciclo dei rifiuti è demandata all’Ager. Anche con affidamenti diretti. È possibile?
«Se ci sono le condizioni di legge ed è possibile lo facciano pure se pensano che porti utilità ai cittadini. Ma bisogna vedere anche cosa dice la norma: c’è la legge Madia che regola l’affidamento diretto».
Gli operatori di settore sarebbero pronti a impugnare i provvedimenti?
«Vedremo, se ci sarà una violazione di legge. Valuteremo passo per passo».
In Puglia arrivano i rifiuti di Roma: 150 tonnellate al giorno fino al 30 giugno negli impianti Amiu Puglia.
«Non ha molto senso. Perché qualcuno non si è reso conto che è la stessa Puglia ad avere gli stessi problemi di Roma e del Lazio. D’altronde la Regione dice che i privati si arricchiscono con le discariche. Eppure, da due anni a questa parte, gli impianti dei privati lavorano per l’incapacità dell’Ager nella gestione e nella programmazione dell’attività. C’è la discarica pubblica di Corigliano che è già pronta e non parte. Anche questo sarà per colpa dei privati?».
Gli imprenditori hanno investito in impianti che tuttora sono di proprietà pubblica