Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Il naufragio del Palagiustizia
L’emergenza La tendopoli giudiziaria di via Nazariantz completamente allagata a causa del nubifragio Pioggia anche all’interno del Tribunale: danneggiati i fascicoli, acqua sui computer
Si è completamente allagata ieri la «tendopoli» della giustizia a causa del violento acquazzone che si è abbattuto su Bari. Alcune udienze di rinvio sono state celebrate nell’ingresso del Palagiustizia di via Nazariantz dichiarato inagibile perché a rischio crollo. L’area dove sono state allestite le tende era completamente impraticabile. È piovuto anche all’interno del Tribunale provocando danni ai fascicoli e ai pc della sala intercettazioni. «La giustizia a Bari vive una condizione di emergenza e come tale va affrontata» ha detto il sindaco Decaro. Dello stesso avviso il presidente dell’Ordine degli avvocati.
Un temporale violento si abbatte sulla città e la giustizia penale va in tilt. La tendopoli allestita 20 giorni fa nel parcheggio sterrato dell’inagibile Palagiustizia di via Nazariantz, si allaga e diventa impraticabile. Di qui la decisione di celebrare le udienze di rinvio nell’atrio dell’edificio a rischio crollo, l’area dove normalmente si svolgono i controlli di sicurezza. E, come se tutto questo già non bastasse, piove anche all’interno del palazzo di giustizia che si avvia allo sgombero. Perché le infiltrazioni di acqua, in particolare al terzo e quarto piano, sono talmente consistenti che nei corridoi ci vuole quasi l’ombrello: si sono bagnati i fascicoli accatastati sul pavimento, i computer e i server della sala intercettazioni.
È scivolata via così la mattinata di ieri in procura a causa di un inteso acquazzone che ha mezzo ko l’esercizio della giustizia penale. Tra la rabbia e la delusione di tutti gli operatori della giustizia.
Il personale amministrativo dipendente della procura, in servizio al terzo e quarto piano dell’edificio, ha avuto disposizioni di tornare momentaneamente a casa con la formula della giornata di ferie per tutti. Allagato anche il garage interrato e l’archivio del Palagiustizia.
«Le immagini degli allagamenti nelle tende in cui magistrati e avvocati tentano di portare avanti la funzione giudiziaria cercando di celebrare le udienze confermano quanto stiamo dicendo da circa un mese: la giustizia a Bari vive una condizioni di emergenza e come tale va affrontata - ha detto il sindaco Decaro - i tempi delle procedure ordinarie, pur se attivate in maniera tempestiva e seguite quotidianamente dal Ministero, purtroppo, contrastano con l’urgenza della situazione. È per questo che il 25 maggio scorso abbiamo chiesto ufficialmente - conclude - di poter utilizzare procedure di urgenza per individuare soluzioni a questa situazione». Anche il presidente dell’Ordine degli avvocati, Giovanni Stefanì, ha commentato i disagi causati dal maltempo:«Siamo di fronte ad un’emergenza gravissima, prossima alla calamità naturale. Quanto sta accadendo a causa di evento metereologico, per quanto eccezionale, non fa che rafforzare l’esigenza di una decretazione d’urgenza per velocizzare le procedure volte all’individuazione del nuovo immobile. A partire da lunedì - conclude lavorare nel palazzo allagato e danneggiato sarà impossibile, oltre che estremamente pericoloso». L’Anm ha parlato di una situazione «intollerabile». Il presidente nazionale Francesco Minisci commenta duramente i disagi provocati dal maltempo:«Non è possibile tentennare o rimandare ancora. Basta annunci e promesse. Occorre un provvedimento d’urgenza che risolva la situazione». Per questo ha convocato per il 23 giugno a Bari l’intero parlamentino dell’Anm.
Dal ministero della Giustizia, intanto stanno spingendo sui tempi per l’approvazione del decreto legge. Il Guardasigilli, Alfonso Bonafede, ha raggiunto al telefono in Francia il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte in seguito ai disagi di ieri, mentre per lunedì prossimo è attesa la firma della locazione dell’immobile di via Brigata Regina per una soluzione provvisoria. È necessario intanto trovare un immobile per trasferire gli archivi che nel piano interrato del Palagiustizia non possono più stare a causa dell’allagamento.
Bonafede Il ministro della Giustizia preme per il decreto Avviati contatti con Conte