Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Partito del Sud La bocciatura di Veneziani
L’intellettuale boccia il progetto: «Problemi da affrontare in sede nazionale»
Marcello Veneziani, saggista, intellettuale di area di centrodestra: i presidenti delle Regione del Mezzogiorno cercano di creare una sorta di partito del Sud. Che ne pensa?
«Questi tentativi sono ciclici e solitamente sono fallimentari perché non danno vita ad una organica politica di risanamento. Certo, è meglio che si facciano, ma so che non producono effetto se non di essere trampolino di lancio per qualche leader che vuole assumere una valenza macroregionale. I problemi del Sud vanno affrontati in sede nazionale».
Le Regioni del Nord, anche con i referendum sul l’autonomia, hanno però creato un asse al di là delle differenze politiche. Non è così ?
«Ma tra le differenze che ci sono tra Nord e Sud, vi è una più prettamente politica. Le Regioni del Nord sono governate da forze rappresentate in maniera pervasiva a livello nazionale. Nel Sud ci sono governatori che sono rappresentanti di competizioni elettorali, ampiamente smentite dalle ultime votazioni. Non si può pensare che in un Sud che è nelle mani del M5S, i governatori rappresentino allo stato attuale le istanze del Sud. C’è purtroppo un paradosso di delegittimazione».
Il presidente De Luca propone un Expo del Mezzogiorno da realizzare a Matera. Idea fantasiosa?
«È una bella idea, ottant’anni fa l’aveva avuta Crollalanza, si chiamava Fiera del Levante. Se si può fare è bene, ma con un potere politico che non è minimamente rappresentato dai presidenti delle Regioni, più con tutti gli altri problemi, il tentativo dei presidenti è una bella scommessa».
Si punta a contrastare la proposta del reddito di cittadinanza con un nuovo uso più massiccio della spesa pubblica. È fattibile?
«Se esiste un governo che si pone il problema di sforare la spesa pubblica per realizzare quel programma, loro non vogliono essere da meno cercando di creare posti al di là dei limiti imposti dalle normative».
Come considera l’approccio che il governo ha verso il Sud?
«Non lo vedo ancora. Non vedo concretamente nulla. C’è un’empatia, che abbiano coscienza del problema è fuori discussione. Che abbiano capacità di risolverlo è il vero dramma. E non credo che la via sia il reddito di cittadinanza».
Come giudica questa proposta?
«Improponibile, impraticabile e immorale. Dare uno stipendio per non lavorare, quando c’è gente che lavora anche per 400-500 euro, non è accettabile».
Il ministro Lezzi ha ribadito il no al gasdotto Tap. Si comincia dai no?
«Questo è il problema. Questa chiusura verso ogni grande opera, un ecologismo di risulta, è frenante. Non si può pensare di rilanciare il Sud frenando tutto ciò che mette in moto l’economia».
Il ministro Centinaio a proposito dell’Ilva ha detto che a Taranto non farebbe le vacanze. Non proprio una dichiarazione benevola. Che dice?
«Nei lori panni misurerei le parole. Ognuno dice la sua. Grillo propone un parco giochi. Sarebbe meglio che evitassero di esprimere opinioni all’impazzata e che presentassero all’opinione pubblica il loro progetto per l’Ilva. Eviterei questo referendum su chi la spara più grossa». Ilva, chiusura sì o chiusura no?
«Bisogna trovare quel difficile equilibrio tra salute e lavoro. Che sono due priorità, e nessuno delle due può schiacciare l’altra. Bisogna provare con i competenti, e non con i demagoghi, il punto di equilibrio». Le Regioni del Sud sono state lasciate da sole dinanzi all’emergenza migranti?
«C’è stato un progressivo scaricabarile. Tempo fa dissi che c’è un maresciallo che difende l’Occidente su una riva del Sud. Per dire che ognuno ha scaricato a chi era più vicino alla frontiera. Devo riconoscere che con Minniti, nell’ultimo anno, si sono avuti dei risultati, contenendo la marea degli arrivi. Quindi Salvini deve ridiscutere le premesse, ma sul piano pratico deve ripartire da ciò che ha fatto Minniti, senza prescinderne».
La squadra dei ministri
Ancora non vedo nulla del nuovo governo, non so se ci sia la capacità di risolvere i problemi
Le grandi opere
Non si può pensare di rilanciare il Sud frenando tutto ciò che mette in moto l’economia