Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Giancaspro fa i conti «Per il Bari necessari due milioni e mezzo»
La cifra sarebbe al netto di versamenti già effettuati Per Paparesta il passivo non sarebbe quello dichiarato
Scadenze Le prossime scadenze: il pagamento degli stipendi e l’iscrizione al campionato
Domani udienza al tribunale delle imprese dopo la denuncia per la mancata ricapitalizzazione
Il giorno dopo è quello delle riflessioni e dei tentativi di soluzione. Da parte di Giancaspro, presidente e socio di maggioranza del Bari, e di Paparesta, detentore dello 0,63% delle quote. La patata bollente è nella mani ovviamente dell’attuale numero uno dei biancorossi, che si è dato 15 giorni di tempo per completare l’aumento di capitale. Una situazione delicata, ma che non condizionerebbe l’ottimismo della società. La sottoscrizione deliberata è infatti di 4,6 milioni di euro, ma considerando i versamenti in conto capitale effettuati nei mesi scorsi in previsione proprio di queste scadenze, quello che Giancaspro dovrebbe realmente versare è di circa 2,5 milioni.
Una spada di Damocle senz’altro da non sottovalutare, ma che in casa Bari pensano di poter sopportare in tempo utile.Poi ci sono le scadenze: il pagamento degli stipendi e l’iscrizione del campionato. E qui, sarebbe l’idea del Bari, entrerebbero in gioco le cessioni. A partire da una, anzi due. Grosso più Cissè. Al Verona, per circa un milione di euro. La trattativa sarebbe in dirittura d’arrivo. Questione di giorni, se non di ore, per un tesoretto che avrebbe il significato dell’oro colato. Certo, si tratta solo di ipotesi, che dovranno poi essere vagliate dalla prova dei fatti. Anche perché, dall’altra parte, Paparesta è più battagliero che mai, e non solo per l’udienza in programma domani al tribunale delle imprese dopo la denuncia per la mancata ricapitalizzazione di Giancaspro. L’ex arbitro si dice pronto a procedere alla ricapitalizzazione, ma solo dopo aver verificato con esattezza l’ammontare delle perdite.
Secondo l’entourage dell’ex presidente, il passivo sarebbe maggiore di quello comunicato. Due in particolare sarebbero le voci considerate dubbie: il fondo di svalutazione crediti e le fatture da emettere per crediti con alcuni clienti. Tra una voce e l’altra, parliamo di 3,1 milioni che per Paparesta renderebbero più cospicue le perdite. È il motivo per cui ha chiesto una nuova assemblea dei soci: verificare con certezza queste voci sarebbe propedeutico per qualsivoglia azione. Anche di salvezza.
Di certo Paparesta ha dichiarato formalmente di essere pronto all’aumento di capitale. Ci sarebbe da capire chi possa essere il suo finanziatore. Nelle scorse settimane si era vociferato di Preziosi e Di Piazza. Ma non arrivano conferme dal suo entourage. Prudenza e piedi per terra. Anzi di piombo, per evitare scottature come quelle del malese Noordin Ahmad. Soprattutto attesa perché il futuro del Bari non dipende direttamente da lui, ma da Giancaspro.
Quest’ultimo sarebbe convinto di riuscire a completare l’aumento di capitale a stretto giro di posta. Tornando sulle scadenze, quella più imminente è del 26 giugno. Entro quella data, vanno pagati gli stipendi dei tesserati. Il 30, invece, Giancaspro dovrebbe mettere mano al portafogli per il versamento di contributi Inps e ritenute Irpef. Soprattutto per la fidejussione di 800mila euro che serve per l’iscrizione al campionato. Per quel giorno però tutto sarà giocoforza più chiaro. A quel punto ogni interrogativo dovrà avere una risposta.