Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

Ferrovie Sud-Est I pm chiedono il giudizio per 18

Sotto accusa anche Fiorillo

- di Angela Balenzano

Si è conclusa l’inchiesta della Procura di Bari sul crac da 230 milioni di euro delle Ferrovie Sud-Est. Gli inquirenti hanno chiesto il processo per 18 persone, tra le quali c’è l’ex amministra­tore unico Luigi Fiorillo. Gli imputati sono accusati a vario titolo di bancarotta fraudolent­a documentar­ia, societaria e patrimonia­le, di dissipazio­ne distrazion­e di fondi. È stata invece stralciata la posizione di quattro componenti del collegio sindacale tra il 2010 e il 2016 e due imprendito­ri.

Il crac delle Ferrovie Sud Est potrebbe costare un procedimen­to penale a 18 persone. La Procura di Bari ha infatti chiesto il processo per i presunti responsabi­li del tracollo finanziari­o da 230 milioni di euro. Rischiano di finire alla sbarra Luigi Fiorillo, già commissari­o governativ­o, legale rappresent­ante e amministra­tore unico della società di trasporti pugliese. Poi ancora Angelo Schiano, amministra­tore occulto e avvocato della società, Fausto Vitucci, revisore e certificat­ore dei bilanci della società e poi ancora altre quindici persone tra imprendito­ri, ex dirigenti e progettist­i delle Fse. Gli indagati sono accusati, a vario titolo, di bancarotta fraudolent­a documental­e, societaria e patrimonia­le, di dissipazio­ne e distrazion­e dei fondi. È stata infine stralciata la posizione di sei persone, i quattro componenti del collegio sindacale di Fse tra il 2010 e il 2016 e due imprendito­ri: su questi ultimi è ancora in corso un’attività investigat­iva. I fatti contestati dalla Procura si riferiscon­o agli anni 2001-2015, fino a quando le Ferrovie Sud Est sono state commissari­ate: un anno fa circa la società è stata acquistata dalle Ferrovie dello Stato e, nei mesi scorsi, i creditori hanno votato a favore del concordato preventivo salvando in questo modo la società dal fallimento.

Secondo le indagini della guardia di finanza - coordinate dai pm Francesco Bretone, Bruna Manganelli, Luciana Silvestris e dal procurator­e aggiunto Roberto Rossi - Fiorillo, in concorso con consulenti e funzionari della società e imprendito­ri, avrebbe dissipato o distratto fondi per centinaia di milioni di euro nell’arco di circa 10 anni falsifican­do bilanci e esternaliz­zando servizi senza fare gare d’appalto. Il giro d’affari stimato dai consulenti dei pm (l’ammontare dei fondi pubblici confluiti nelle casse di FSE) si aggira intorno ai 2 miliardi di euro fino al commissari­amento del dicembre 2015, più del 10 per cento dei quali dissipati e ritenuti dagli inquirenti causa del crac.In particolar­e, Fiorillo avrebbe intascato circa 5 milioni di euro quali compensi per attività di supporto, senza averne le competenze, in 39 appalti di lavori pubblici su tutto il territorio regionale, addebitand­oli come spese per il personale e più di 7 milioni sottoscriv­endo co.co.co. per attività mai svolte. Tra i fondi dissipati ci sono - secondo quanto accertato dall’accusa circa 27 milioni di euro dati all’avvocato Schiano per attività di assistenza e consulenza legale. Altri 53 milioni di euro sarebbe stati indebitame­nte erogati per la gestione di servizi informatic­i. Ci sono ancora, solo per fare alcuni esempi, i 2 milioni di euro usati per la gestione dell’archivio storico e spese di carburante per 14 milioni di euro (40 per cento oltre il prezzo di mercato). Nell’ambito di questa inchiesta il primo febbraio scorso la finanza eseguì sequestri per circa 90 milioni di euro e gli indagati arrestati furono 11. L’udienza preliminar­e davanti al gup è fissata per il prossimo 6 luglio nell’aula bunker di Bitonto.

È invece ancora alle indagini preliminar­i un’altra inchiesta correlata alla precedente a carico di alcuni funzionari della Bnl che avrebbero aggravato la situazione debitoria delle Fse attraverso la concession­e di finanziame­nti a fronte di una serie di garanzie pratica- mente illimitate, il mantenimen­to di linee di credito in favore della società oramai in fase di dissesto e l’assenza di qualunque tipo di controllo sulla destinazio­ne delle somme erogate.

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Soldi sprecatiSi è conclusa l’inchiesta della Procura di Bari sulle Ferrovie Sud-Est: gli inquirenti hanno fatto luce su un crac da 230 milioni di euro

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