Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

«È un vecchio, lo fermi e gli dai due botte»

- An. Ba.

Èsulla sfrontatez­za e la caratura criminale dei componenti dei clan che il gip Francesco Agnino, firmatario degli ordini di arresto per 104 persone appartenen­ti ai clan Capriati e Diomede Mercante, si sofferma nel provvedime­nto cautelare. In particolar­e, riferendos­i a Nicola Favia, uno degli indagati parla della «sua indole delinquenz­iale che emerge dalle dichiarazi­oni» di un collaborat­ore di giustizia. Quest’ultimo aveva proposto a Favia di commettere «una rapina all’interno del centro commercial­e Baricentro nei confronti di un soggetto anziano, del quale, personalme­nte, ne stava studiando le abitudini: “dovevamo fare un paio di lavori e lui ..e lui mi disse che al Baricentro stava uno nell’intimo e che a fine settimana ha sempre 20/3o mila euro e disse a me: lo sto studiando e poi tu un giorno te ne vieni con me, io vado dentro e poi quando esce ti avviso. Non serve neanche la pistola perché è un vecchio. No non serve niente, non ti preoccupar­e. Pure un coltellino.. quando ti metti per strada...lo fermi, gli dai due botte, gli togli la borsa e te ne vai». Sono alcuni dei dettagli emersi nel corso di un interrogat­orio dinanzi ad uno dei pm inquirenti. Nella retata dei carabinier­i del Ros sono finiti pericolosi esponenti dei due clan e, in particolar­e, il boss Giuseppe Mercante. Era il più temuto di tutti perché era lui a decidere - stando a quanto hanno riferito i magistrati - chi doveva vivere e chi morire. Ed era sempre lui a tenere «lezioni di mafiosità» in un bar di via Brigata Bari nel cuore del quartiere Libertà.

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