Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
L’ira del tribunale su Bonafede
Rivolta contro il decreto del ministro. Anche i magistrati proclamano l’agitazione
Giustizia penale in parte sospesa, per legge. L’atteso decreto del Consiglio dei Ministri anziché dichiarare lo stato di emergenza, come chiesto da tutti - avvocati, magistrati, personale amministrativo e Comune - ha stabilito la sospensione dei termini processuali e di prescrizione. Ma il provvedimento non mette d’accordo nessuno.
«Effetti negativi sull’attività forense» dicono gli avvocati. «Prospettiva caratterizzata da incertezza» sostengono i magistrati che annunciano lo stato di agitazione. Il decreto legge adottato giovedì sera dal Consiglio dei Ministri per la sospensione dei processi penali a Bari fino al 30 settembre prossimo, non ha ricevuto i consensi che il Guardasigilli Alfonso Bonafede si aspettava. «Sono orgoglioso di questo provvedimento, a Bari non avranno bisogno di fare udienze nelle tende, una cosa inaccettabile per una Repubblica democratica» aveva detto appena terminato il Consiglio. La giustizia penale è stata dunque «congelata» per consentire di smontare la tendopoli allestita nel parcheggio del Palagiustizia di via Nazariantz, dichiarato inagibile e in fase di sgombero. Dal 28 maggio le udienze penali di rinvio vengono celebrate in tre tensostrutture che saranno smontate. Il decretolegge anziché dichiarare lo stato di emergenza, sospende tutti i processi e i termini processuali, inclusi quelli di prescrizione . La sospensione non sarà applicata per i procedimenti che hanno carattere di urgenza o che sono a carico di imputati in custodia cautelare. Per ogni giornata di giustizia penale sospesa, le cancellerie del tribunale di Bari dovranno predisporre almeno mille notifiche per i rinvii.È un calcolo approssimativo fatto dagli addetti ai lavori, avvocati e magistrati, che hanno valutato in concreto quali conseguenze avrà il decreto legge.
«La sospensione dei termini delle attività processuali - spiega in una nota l’Anm di Bari - si pone in linea con gli auspici più volte espressi dall’Anm, dai capi degli uffici e dallo stesso Csm i quali, tuttavia, avevano indicato come tale iniziativa dovesse inserirsi in un più ampio intervento legislativo, volto a risolvere, contestualmente, il gravissimo problema rappresentato dalla mancanza di un immobile idoneo ad ospitare tutti gli uffici giudiziari penali. In mancanza di tali interventi di carattere straordinario prosegue la nota - i tempi tecnici di espletamento della procedura ordinaria per il reperimento di un immobile idoneo rendono di fatto necessario un doppio trasferimento, dapprima presso i locali di via Brigata Regina e nell’ex sede distaccata di Modugno, quindi presso l’edificio che sarà individuato» la tra le sette proposte che una commissione al Ministero sta valutando. I magistrati baresi evidenziano «la totale inadeguatezza delle due sedi proposte per il trasferimento immediato» e si dicono «preoccupati per le soluzioni che si vanno profilando quali la turnazione dei dipendenti o il loro spostamento da una sede all’altra su base volontaria».
Il presidente nazionale dell’Anm, Francesco Minisci, parla di decreto «incompleto» perché non doveva riguardare solo la parte processuale ma anche «il reperimento di un unico plesso dove collocare tutto il settore penale. Non saremo soddisfatti di soluzioni spezzettate. Quindi chiederemo al Ministro che immediatamente si integri questo provvedimento d’urgenza». L’Anm sarà oggi a Bari per una riunione straordinaria.
«Non possiamo sottacere gli effetti negativi che avrà il provvedimento sulle sorti professionali degli avvocati spiega il presidente dell’Ordine degli avvocati di Bari, Giovanni Stefanì - sarebbe stato più opportuno far coincidere questo decreto di sospensione con l’individuazione di una soluzione -ponte. Adesso più di prima è necessario bruciare i tempi sull’individuazione di una sede degna per gli uffici penali».
Lo smontaggio
Nelle prossime ore è attesa la dismissione delle tende sistemate dalla Protezione civile
Francesco Minisci
Decisione del ministro incompleta Si reperisca un plesso
Giovanni Stefanì Le sorti degli avvocati messe a rischio